Sotto uno sguardo d’amore
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Lc 1, 26-38
“Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Gal 4,4). E’ il più antico riferimento a Maria che troviamo nella Scrittura. Poche parole attraverso cui l’apostolo Paolo dipinge con tratto veloce e deciso tutto il piano di salvezza che Dio porta a compimento nel suo Figlio attraverso Maria, la donna per eccellenza. “Da autentico teologo, Paolo afferma che Maria è la donna che inserisce il Figlio di Dio nella storia in una condizione di abbassamento, ma ella è situata nella pienezza del tempo e si trova coinvolta nel disegno storico-salvifico della trasformazione degli uomini in figli di Dio”(Stefano De Fiores).
E’ questo il senso più vero della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria che celebriamo ogni anno a pochi giorni dalla grande solennità del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Quasi come una mamma, la Chiesa, attraverso questa festa liturgica, ci vuole guidare a comprendere questo piano di salvezza come un continuum che abbraccia tutta la storia dell’umanità. Una sorta di filo rosso che unisce la Creazione alla Parusia, e che trova nell’incarnazione del Verbo il centro nevralgico della sua realizzazione.
In Maria contempliamo il “sì” di Dio all’umanità e, nello stesso tempo, il “sì” dell’umanità a Dio. Possiamo dire dunque che nella vicenda di Maria abbiamo la possibilità di osservare uno dei quadri più belli del meraviglioso affresco del piano di salvezza di Dio, ma anche il segreto della realizzazione dello stesso per ciascuno di noi. Come infatti si potrebbe realizzare la salvezza di Dio per ciascuno di noi, se non per mezzo di questo doppio “sì”?
C’è un antico proverbio indiano che dice così: “In una notte nera, c’è una formica nera, su una pietra nera: Dio la vede e la ama.” Maria è stata questa formica nera su cui Dio ha posto il suo sguardo d’amore. Ma questo è vero anche per ciascuno di noi. Nella notte dei tempi, infatti, Dio ha posato il suo sguardo su noi, uno sguardo che ama e che chiama, uno sguardo che legge ed elegge.
Dall’altro lato c’è il “sì” dell’uomo, che nella sua libertà può accogliere o rifiutare la proposta di Dio. Dio si ferma davanti alla nostra libertà anche a costo di incassare dei no. Egli non forza le nostre porte, ma come pellegrino paziente bussa delicatamente e attende che le apriamo. Perché se da un lato Gesù ci ha ricordato: “Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli”(Mt 18,14), dall’altro Egli stesso ci avverte: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16). Un invito insomma ad usare con sapienza l’immenso dono della libertà. Una spinta a puntare la propria vita sull’unica scommessa per la quale vale la pena giocarsi tutto.
Con Maria, dunque, ci sentiamo coinvolti nella sua storia d’amore con Dio. Con la fanciulla di Nazareth ci vogliamo sentire ancora una volta interpellati dall’Eterno, che vuole entrare anche ora nella storia attraverso la nostra umanità. Con la Vergine Santissima ci sentiamo provocati ad una scelta libera e responsabile, a farci servi del progetto di Dio.
Don Michele Pace