V domenica di Pasqua
Vangelo di Giovanni 15,1-8
C’è una vite e ci sono i tralci, non uno di fronte all’altro, né staccati e distanti fra loro: vite e tralci formano un’unica realtà indissolubile. C’è anche un verbo, “rimanete” (in me), e questo sa di amore, di amicizia, di proposta per me, per la mia vita, per la mia eternità. Cristo è vite, pianta forte, capace di dare linfa vitale per far germogliare e portare frutto; io tralcio, capace di accogliere la Sua linfa e di vivere “per Cristo, con Cristo e in Cristo”: Io e lui una sola realtà d’amore, uniti in un unico progetto voluto dal Padre. Io e Lui insieme perché gusti la stessa Sua vita, perché germogli, porti frutto e anche gli altri possano vedere e gustare. Io e Lui: uniti in una vita sola.
<<Il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite>>.
In Cristo, Dio è presente in me, come fonte da cui sgorga acqua che disseta, vite che da linfa ai tralci, anche ai più periferici e piccoli, perché portino frutto. In Cristo, Dio si prende cura di me, perché tutta la mia vita fiorisca dei fiori più belli e colorati. In Cristo, Dio si è fatto vite, ma anche seme, pastore, agricoltore, pescatore, per dire a ogni uomo che, se abbiamo la forza di restare nel Figlio, faremo cose grandi come Gesù, forse di più. Quante donne e uomini, anche dei nostri tempi, nella loro piccolezza e semplicità, ma ancorati a Dio, hanno seminato piccoli semi di speranza che nel tempo abbiamo visto germogliare e portare frutto? Capisci proprio in questo che non sono soli, ma inseriti in un progetto più grande.
«Rimanete in me»
Ecco la chiave di tutto! Ecco il fondamento della forza che in noi è capace di fare cose grandi: rimanere il Cristo per ricevere direttamente da Lui energia, vita, entusiasmo, gioia. Non sono sentimentalismi sterili e adolescenziali, ma è il linguaggio dell’amore vero. Ogni donna e uomo che ama l’ha sperimentato: uniti e sorretti dall’altro/a si è più forti, insieme si fanno cose grandi, ci si sorregge reciprocamente.
Rimanere in Cristo sempre, è questo che Gesù ci chiede! Rimanere in Lui anche quando il mondo attorno ci distrae e ci dice “fai altro”; restare, piantare radici in Lui anche quando tutto sembra andare in senso opposto, anche quando le forze vengono meno. Rimanere in Lui, perché è già dentro di noi.
«Ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto»
Non so quanti hanno avuto la fortuna di osservare il contadino potare una vite. Ha qualcosa di magico, quasi inspiegabile: si tagliano alcuni tralci, ritenuti deboli, perché la vite si rafforzi, porti frutto abbondante e buono. Potare, togliere perché la vite abbia più vita, perché porti più frutto: Togliere, quindi, non per bloccare, impedire, ma per liberare e farci prendere il volo. Ecco, Dio fa proprio questo con i suoi discepoli, come fosse un contadino, toglie piccole cose perché tutto ciò che di bello, profondo, valido c’è in noi germogli e porti più frutto. Dio gioisce proprio in questo: nel frutto buono che siamo capaci di portare.