XXX Domenica del Tempo Ordinario
– “Maestro qual è il grande comandamento?”. “Amerai Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente, e il prossimo come te stesso” è la sua risposta. Invece di un solo grande comandamento Gesù ne indica due: sono simili, di pari dignità ed è necessario viverli in parallelo; nessuno dei due va privilegiato, perché l’amore presuppone equilibrio. Se vissuti in pienezza, entrambi, hanno la forza di cambiare il mondo e scrutare nuovi orizzonti; e poi aprono il cuore e la mente ai cambiamenti, perché “Dio non ha paura delle novità” (Papa Francesco). Chi ama non ha paura di accogliere le novità, perché ciò che è amore condiviso, viene da Dio: “Dov’è Carità e Amore, lì c’è Dio” (antico canto liturgico).
Noi siamo creature fragili, ma portatori di una forza inesauribile: l’amore che, appunto, supera le nostre fragilità, paure, egoismi fino a diventare la nostra forza, la nostra specificità. Nessuno sa stare senza amare. “Tu amerai”, ci ripete il Signore, perché ogni giorno scopri che “Io ti amo”, ed è quest’amore sperimentato che dà pienezza di vita e valore alla tua esistenza, serenità ai tuoi giorni. Via dell’amore sperimentato e donato è il Vangelo di Gesù: in ogni parola e azione il Figlio di Dio, Gesù, ci mostra come si ama e cosa è necessario dare per amore.
Qual è la misura dell’amore? Gesù nel brano di oggi ci ricorda che l’unica misura dell’amore è amare senza limiti: cuore, anima e mente sono coinvolti quando si ama Dio. Ama Dio, quindi, con tutto te stesso, senza riserve; amalo completamente, ma non esclusivamente, perché se ami Lui, troverai spazio nel tuo cuore e tempo nei tuoi giorni per amare il prossimo e tutto ciò che questi esprime di buono. L’amore di Dio si sperimenta sempre su due linee: verticale e orizzontale. Tutto l’amore di Dio che il tuo cuore riesce a vivere, può solo essere condiviso con gli altri. E’ Cristo crocefisso che ci ricorda come queste due linee s’incontrano nel nostro cuore: Gesù, amore donato dal Padre, ci insegna ad amare gli altri concretamente, profondamente, senza riserve, fino alla fine e al dono di se stessi.
E’ questa l’assoluta novità rivelataci da Gesù: “Il secondo comandamento è simile al primo”, uomo è Dio hanno molto in comune. Nel volto dell’uomo devo imparare a vedere quello di Dio, nel suo dolore il Suo, nella sua sofferenza quella del Padre celeste e nel suo grido di solitudine, di disperazione e di aiuto devo vedere il volto sfigurato di Dio che ama senza misura.
Amerai il tuo prossimo come “te stesso”. Ecco un’altra novità dell’insegnamento di Gesù: «Ama te stesso», perché Dio ti ama; coltiva passione per ciò che ti circonda, continua a ripeterci, perché tu possa essere utile agli altri, metti in circolo la tua intelligenza affinché anche gli altri ne possano usufruire. Solo se sei capace di amare te stesso potrai coltivare sentimenti positivi per te e per gli altri. «Ama te stesso», senza narcisismo, allo stesso modo con cui Dio ti ama, perché porti in te la sua impronta, il suo stesso respiro.
Ama gratuitamente, alla maniera di Dio, perché il mondo ha bisogno di vedere il Volto del Padre e solo il tuo amore lo rende visibile agli occhi di chi è incapace di amare.