– II Domenica di Avvento – Anno B –
L’inizio del Vangelo di Marco in questa Seconda Domenica di Avvento, apre ai nostri occhi due prospettive nuove che subito riempiono il cuore di speranza e di gioia.
Le prime parole di Marco recitano così: «Inizio del vangelo di Gesù» (Mc 1,1). “Inizio”, perché comincia una nuova era, nasce un mondo diverso, fiorisce la vita vera; “inizio”, perché il Figlio di Dio fa da spartiacque nella storia dell’umanità e nelle vicende quotidiane di quanti aspettano il “Dio che viene”. “Inizio”, perché il termine «vangelo» significa bella notizia.
Notizia buona e gioiosa è il Vangelo di Gesù: per me, per te e per tutti, donne e uomini, amati dal Signore.
Dio viene nel mondo e porta con sé liete notizie; Dio viene e la sua parola diventa consolazione per la nostra esistenza, conforto per i giorni tristi e le situazioni disastrate. Dio viene con la sua buona notizia per asciugare le lacrime di quanti piangono e portare sorrisi ai volti tristi. Perché ciò che fa rialzare dallo sconforto, dalla delusione, dal dolore è sempre una buona notizia, una parola di conforto e uno spiraglio di speranza.
Per l’evangelista Marco la bella notizia è Gesù Cristo, Dio fatto uomo; uno di noi, capace di amare e di chiedere amore: «Pietro, mi ami tu!». E’ uno di noi, con gli occhi pieni di pianto per la morte dell’amico Lazzaro, i piedi impolverati per i tanti paesi e villaggi visitati; è uno di noi, perché capace, come noi, di guardare i bisogni degli altri, di fermarsi sul ciglio della strada e soccorrere il malcapitato, il lebbroso o il cieco. Gesù, quindi, è uno di noi, ma noi siamo capaci di essere come Lui? Questa è la prima grande proposta del Vangelo di Marco, ma è anche la scommessa della Storia di sempre.
La parte finale del brano odierno è un capolavoro del Vangelo di Marco. Giovanni dice: «Viene dopo di me colui che è più forte di me» (Mc1,7). “Viene”, dice Giovanni! Non dice verrà, perché Gesù viene sempre, ogni giorno, nella vita di ogni donna e di ogni uomo, percorre le strade della mia e della tua vita. Si fa prossimo di quanti sono nel dolore, nella sofferenza e nella malattia.
E’ vero: Gesù viene nel mondo ogni minuto, ogni istante. Gesù viene nelle tantissime buone notizie che tutti i giorni arricchiscono la nostra vita, nel volto di un bambino che nasce, negli occhi di una mamma che abbraccia il proprio figlio, nei volontari che ogni giorno offrono il loro tempo per il servizio agli ultimi, nelle tante azioni buone che ogni giorno siamo capaci di fare. A noi il dolce compito di riconoscerlo ogni volta che viene.
Pessimismo e sconforto sono nemici della buona notizia che è il Vangelo. Proprio per questo Giovanni ci spinge a riaccendere la speranza nel nostro cuore e ci dice: Dio “viene” per farsi vicino a noi e nella sua venuta tutto cambia, nulla sarà più lo stesso!
Dio “viene”, non abbatterti, non pensare che ti abbia abbandonato, che si sia dimenticato delle tue lacrime e dei tuoi affanni.
Dio viene proprio per condividere insieme con te tutto ciò che ti affligge.