Santissima Trinità – Anno B –
Matteo 28,16-20
«I cristiani sono battezzati «nel nome» – e non «nei nomi» – del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; 277, infatti, non vi è che un solo Dio, il Padre onnipotente e il Figlio suo unigenito e lo Spirito Santo: la Santissima Trinità (Catechismo della Chiesa cattolica – 233, 277)».
Il dogma della Santissima Trinità, nella fede cristiana, è un punto fermo. È il mistero di Dio che ama il Figlio e crea relazione d’amore con l’uomo per mezzo dello Spirito Santo.
La Trinità è Amore donato: capace di rendere possibile l’impossibile, di generare altro amore, fino all’infinito; di creare cose nuove e rinnovare, senza sosta, ciò che già esiste. Il mistero della SS. Trinità è la fonte da cui prendono il via tutti gli altri misteri della nostra fede. E’ la storia della salvezza, che ci rivela il movimento d’amore del Dio vero e unico: «Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a sé quelli che sono separati dal peccato». (CCC 279)
La Trinità, quindi, è l’amore di Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – che si riversa nell’uomo fino a farsi suo compagno di strada, fino a suggerire vita buona, comunione d’amore, sapienza del cuore e pensieri capaci di mettere in relazione l’esistenza di tutti gli uomini, perché Dio è comunione in sé e con gli uomini. Così era in principio.
Il Vangelo oggi ci parla di un incontro: gli undici e il Risorto. Il luogo è un monte della Galilea. Matteo ci racconta dei dubbi legittimi degli apostoli, ma ci dice anche della fiducia che essi hanno nel salire il monte e del desiderio di incontrare il Signore.
«Alcuni però dubitavano» (v. 17)
Mi riconosco in pieno in queste parole di Matteo. Il dubbio fa parte della mia vita e forse anche di quella di tutti. Ogni volta che ho dei dubbi, non mi spavento, non mi tiro indietro, perché so che il Signore non si ferma davanti alla mia poca fede, anzi lo spinge a fidarsi ancora di me, a essere più vicino a me: «Avvicinatosi a loro disse…» (Mt 28,18). Nel dubbio, Gesù mi è vicino, mi sostiene, m’incoraggia: “Non temere!” «Io sono con voi tutti i giorni». (Mt 16,20) E’ questa la forza del Signore Gesù: stare vicino a ogni uomo sempre, ma soprattutto nelle tante difficoltà quotidiane, incluso il dubbio.
«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (v. 19)
Chi accoglie l’invito del Signore a “salire” sul monte, sa che poi deve ridiscendere, quasi subito, quasi di corsa, perché il vero discepolo deve “andare”: dove Lui manda, a fare ciò che Lui desidera. Andare per raccontare a tutti l’amore di Dio, la gioia di appartenergli, la forza della Sua misericordia, la bellezza della vita quando è immersa in Lui.
Andare per “battezzare”, che significa mettere in circolo il Suo amore, la Sua vita, il Suo respiro (è il significato del nome Spirito).
Andare e «insegnate a tutti a osservare ciò che vi ho comandato»: “Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amato”. E’ questo il comandamento nuovo che Gesù ha insegnato ai suoi.
Andate senza paura, perché «Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». E’ questa la Sua promessa! Ed io mi fido della sua parola.