IV Domenica di Avvento – Anno B
L’annunciazione è il racconto più intimo e tenero di tutto il Vangelo, ma la forza che porta in sé è inarrestabile e incontenibile, a tal punto che le mura della casa di Maria non riescono a fermare le parole dell’angelo Gabriele e prima ancora che il bambino nasca in tutta la regione della Galilea si parla già di lui. Il Figlio di Dio si fa uomo! E’ questo un evento talmente straordinario che tante persone, in altri episodi del Vangelo, ne rimangono coinvolte.
Maria riceve l’annuncio dell’angelo, e il suo “Si” cambia la storia; si rende disponibile a diventare madre, e dai cieli piove il “Giusto”; si riconosce la “serva” del Signore, e il Figlio di Dio diventa uno di noi, irrompe nella vita degli uomini e nelle tante piccole storie quotidiane che tessono l’esistenza di tutti. Viene il Messia e tutto acquista un sapore nuovo.
E’ bello pensare che le prime parole del Vangelo siano rivolte a una ragazza semplice e intenta a costruirsi il futuro. Dio ama la semplicità, l’umiltà e la quotidianità dei piccoli. Dio si rivolge a noi nelle piccole cose di ogni giorno, lo fa sempre, quando progettiamo o realizziamo i nostri desideri, quando gioiamo o piangiamo; si rivolge a noi anche quando il dubbio ci assale e quando la speranza abbandona il nostro cuore.
«Rallegrati!» E’ questa la prima parola dell’angelo rivolta a Maria; “riempi il tuo cuore di gioia”, perché solo così puoi accogliere il Salvatore; “gioisci, Maria”, perché il Signore ti chiama a cose grandi e alte, ti chiama a progetti di salvezza per l’umanità intera. «Gioisci, Maria», perché la gioia appartiene a Dio; insegnaci a «gioire», perché il mondo si è intristito, conosce solo angoscia e pianto.
Gioisci anche tu uomo semplice, umile e anonimo; gioisci, perché la gioia ha la forza di salvare questo mondo che conosce solo lacrime, dolore, interessi, potere, apparenza e cose effimere.
La seconda parola dell’angelo è: «Piena di grazia». Maria, tu devi gioire anche perché la grazia di Dio ti accompagna sempre, perché porti la stessa vita di Dio, il suo amore, la sua tenerezza e il suo Verbo che diventerà uno di noi. Rallegrati, piena di grazia, perché ancora oggi ci ricordi che la stessa grazia tua la riceviamo anche noi in dono; rallegrati perché anche noi, come te, siamo amati da Dio.
La terza parola che l’angelo rivolge a Maria è: «Il Signore è con te!». Tu non sei sola in quest’avventura di maternità e mai lo sarai, perché Lui non ti abbandonerà. Il Signore sarà sempre con te: nella gioia, nel pianto, nelle difficoltà della vita e nella solitudine dei tuoi giorni; sarà sempre con te dall’alba al tramonto e veglierà sul tuo sonno per non lasciarti mai sola.
Maria, alle parole dell’angelo, fu «turbata». Allora il messaggero di Dio le disse: «Non temere, Maria», perché Dio ha guardato la tua umiltà; non temere perché in te ha fatto cose grandi, perché ha spiegato la potenza del suo braccio e ha disperso i superbi; non temere anche perché ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili. Non temere Colui che ti ama gratuitamente e ti chiede di fare lo stesso con lui.
«Eccomi!» Sono pronta a diventare la madre del mio Signore, è la risposta di Maria e, insieme con me, vorrei che anche tutti gli uomini fossero pronti ad accogliere il Salvatore.
Aiutaci Maria a riempire la nostra vita di gioia; aiutaci a scoprire la grazia di Dio che è in noi e ad avere sempre la consapevolezza che il Signore è con noi. Accompagnaci con la tua docilità nelle strade che ogni giorno percorriamo, nella fatica e nella sofferenza; accompagnaci nel nostro quotidiano servizio agli ultimi, ai giovani, alle famiglie.