«Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!»
(Bar 5, 1-9; Sal 125; Fil 1, 4-6.8-11; Lc 3, 1-6)
La pagina di Vangelo che ci viene proposta in questa seconda domenica di Avvento ha un inizio molto solenne che rivela l’intento di Luca di volerci comunicare qualcosa di veramente importante. Ci viene presentato il quadro storico-geografico del tempo di Gesù, inserito entro l’Impero Romano, che era considerato come il punto di riferimento per tutto il mondo di allora. Tutti i popoli e le autorità politiche e religiose sono quindi chiamate in causa come testimoni di un evento straordinario, di ordine soprannaturale: la Parola di Dio che viene! Il messaggio è chiaro: la Parola di Dio non è qualcosa di puramente ideale ed astratto, ma è “evento”, cioè una realtà che si incarna e si realizza in un tempo e in uno spazio ben precisi. Essa prende forma concreta nella storia viva di un popolo o di una persona e la segna in maniera indelebile.
L’altro messaggio, anch’esso chiaro, consiste nel fatto che questa parola di Dio che scende interessa tutti gli uomini, in qualunque parte della terra essi si trovino ad abitare, perché Dio invita tutti gli uomini ad incontrarsi con Lui. Questa “parola che viene” rivela come Dio pensa con amore e tenerezza all’uomo, come si prende cura di lui e cerca in tutti i modi di mettersi in contatto con lui per indicargli la via da percorrere. Dio è seriamente interessato all’uomo e gli preme molto il suo bene e la sua vita. Questa parola che scende viene accolta da un uomo, un uomo che vive nel deserto, luogo di solitudine, di povertà, di essenzialità, dove Dio si rivela. Quest’uomo è Giovanni. Egli si mostra sensibile e recettivo, ed è chiamato a dar voce, a prestare la sua voce a questa parola, che è Parola di Dio. Giovanni si fa voce per fare udire questa parola di cui gli uomini hanno estremo bisogno, senza che a volte neppure se ne rendano conto: Dio viene e viene per realizzare un incontro con gli uomini. È Lui che prende l’iniziativa, ma anche noi ci dobbiamo dare da fare, e parecchio anche!
Il tutto viene espresso in una immagine molto viva e significativa che evoca desiderio, impegno, lavoro faticoso: «Preparate la via del Signore». Un enorme cantiere di lavoro viene aperto e noi siamo chiamati a lavorare in esso. Nello stesso tempo, però, questo terreno da trasformare in via percorribile è la nostra stessa persona, è il nostro cuore. Esso si deve preparare ad accogliere colui che viene, non per forza, ma con quel desiderio ardente e quella gioia che si prova quando si aspetta la persona amata, la cui assenza o lontananza la sentiamo come una ferita aperta che vuole essere sanata. Giovanni grida parole che non sono nuove. Egli ripete l’invito accorato del profeta Isaia, come a ricordarci che Dio non si stanca mai di chiamare gli uomini, lo ha fatto e continua a farlo anche oggi, come allora.
Il discorso di Giovanni continua ad utilizzare le immagini appropriate per la costruzione di una strada: disboscare, abbattere, ricolmare, fare ponti, raddrizzare. Un lavoro analogo siamo chiamati a realizzare dentro di noi. Ognuno di questi verbi può diventare una serie di interrogativi che possiamo porre a noi stessi. Disboscare: quante cose inutili e superflue hanno preso campo nel nostro cuore? quante banalità, cose inutili e superflue hanno sostituito dentro di noi le cose essenziali? Abbattere: presunzione, orgoglio, vanità, ricerca di se stessi, giudizio, disprezzo e condanna degli altri, desiderio di sentirsi superiori agli altri, sentirci i padroni della nostra vita, non tenere conto di Dio e della sua parola. Ricolmare: dipendenze, debolezze, inadempienze, mancanze di amore, infedeltà, indolenza, trascuratezza. Fare ponti: superare odio, risentimenti, inimicizie, rancori, mancanza di perdono, incomprensioni. Raddrizzare: modi di fare, di pensare, di utilizzare il tempo e le cose, rapporti con gli altri, con la società, con noi stessi.
Giovanni ha accolto la Parola e l’ha annunciata. Anche noi siamo chiamati ad accogliere la Parola per poterla a nostra volta annunciare. In questo periodo dell’anno liturgico ricorre la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, Colei che ha accolto la Parola e ne ha fatto la ragione della sua vita. Lei è la via santa che il Signore ha voluto percorrere per giungere sino a noi. Noi siamo chiamati a preparare la via, ma anche ad essere via attraverso la quale il Signore vuole passare per raggiungere gli altri.
Giuseppe Licciardi (Padre Pino)