Santa Maria Madre di Dio! Madre di Chi si è abbassato per diventare uno di noi e camminare con noi; Madre di Chi è chiamato “Dio forte”, “Salvatore” del mondo e redentore dell’umanità. Oggi, otto giorni dopo il Natale, la liturgia della Parola ci propone lo stesso racconto della notte santa. Notte di luce, di splendore; fatta di pastori che accorrono per vedere il bambino adagiato nella mangiatoia e di volti stupiti e increduli.
Natale, oggi come allora, non è facile da capire: Solo Maria può guidare le nostre menti e i nostri passi verso una più ampia comprensione. Lei che è capace di custodire nel cuore gli eventi vissuti e, dinanzi a un mistero così alto, sceglie il silenzio, perché questo, a volte, è più eloquente di ogni altra parola. Lasciamoci guidare da Lei che, nel primo Natale, ha cercato di costruire il puzzle degli eventi vissuti: l’annunzio di un angelo e un figlio nel grembo, una stanza negata nelle locande e tanta gente che accorre a vederlo, solo una mangiatoia per adagiare il suo bimbo e i pastori che lodano Dio per tutto quello che avevano visto e udito.
No, Natale non è facile da capire. Come Maria anche noi conserviamo nel nostro cuore tutti gli eventi che avvolgono il mistero del Natale; come i pastori anche noi continuiamo a glorificare Dio e a stupirci per ciò che il Vangelo ci racconta e la nostra fede ci tramanda: a Natale l’Onnipotente diventa bambino, ultimo tra gli ultimi, ed è deposto in una mangiatoia. Il rapporto di Dio con gli uomini inizia sempre con piccoli passi, ma capaci di cambiare la storia degli uomini.
Maria, tu sei Madre di Dio perché ci hai donato nella carne il Salvatore; sei genitrice perché l’Onnipotente, per giungere fino a noi, si è formato nel tuo grembo, e perché hai allattato, tenuto tra le braccia, cresciuto e donato al mondo l’Unigenito Figlio di Dio. Maria, tu sei Madre di Dio perché, nonostante quel Figlio fosse venuto per fare la volontà del Padre suo, lo hai accompagnato ogni giorno e in tutti gli eventi, fino ai piedi della croce, senza mai abbandonarlo.
Il Figlio di Dio fatto uomo è per l’umanità benedizione e grazia, sollievo e respiro in cui immergerci per il nuovo anno. E’ la prima lettura di oggi che ci rivela come Dio fa scendere su di noi la sua benedizione colma di luce: “Il Signore parlò a Mosè e disse di benedire il suo popolo”. Dio ci benedice inviando il Figlio suo, e a noi chiede di benedire. Benedire sempre, perché ogni uomo ha la possibilità di migliorare, di riscattarsi, di cambiare; per ogni uomo c’è possibilità di salvezza.
Dio ci raggiunge sempre con la sua benedizione che in noi si traduce in energia, forza, vitalità. A noi Dio chiede di benedire la vita degli uomini e tutto ciò che ci circonda. Mandato che ognuno di noi ha ricevuto per questo nuovo anno e per tutti quelli che verranno, è di benedire i fratelli. Solo chi impara a benedire potrà conoscere la serenità del cuore e la beatitudine senza fine.