Usi e abusi del digitale: rischi e potenzialità
Ogni tecnica inventata dall’uomo nella sua storia per oggettivare la memoria è ciò che i Greci chiamavano pharmakon, ovvero sia rimedio che veleno. Lo è stato per la scrittura, lo è oggi per le tecnologie digitali. Oggi la scuola è profondamente condizionata da questo nuovo passaggio. I mezzi digitali ci offrono grandi possibilità: la comunicazione al di là dello spazio, la raccolta veloce di informazioni, la costruzione di abilità. Insieme ai vantaggi ci sono però anche forti rischi. La rete, monopolizzata dai grandi network (Google, Facebook, Amazon, Apple, ecc.) è stata progettata come un sistema di interruzione, una potente macchina di dispersione dell’attenzione per ragioni di marketing (controllo e orientamento dei gusti, pubblicità, ecc.). Molti strumenti utilizzati sviluppano il sistema dell’attenzione esterna a danno dell’attenzione interna. Il marketing consumistico ha un progetto contrario a quello della scuola, la quale, per favorire la costruzione del pensiero, ha bisogno di promuovere l’attenzione profonda. A fronte di ciò e in attesa di interventi dei poteri pubblici, la scuola non deve chiudersi in se stessa ma deve far propri i nuovi media ritrovandone il ruolo positivo, come fu già per la scrittura nell’antichità. Essa deve saper svolgere un ruolo “terapeutico”, cioè critico e creativo. I genitori, poi, dovrebbero avere alcune precauzioni nel far usare le nuove tecnologie ai propri figli e promuovere al contempo attività creative volte a sviluppare l’immaginazione e favorire l’ingresso nel mondo simbolico.