– di Salvo Intravaia, stralci da “Proposta Educativa” N° 2 – 2014
«La “Buona scuola” di Renzi: insieme di interventi per rilanciare l’istruzione italiana o libro dei sogni? Nessuna riforma della scuola, da chiunque venga proposta, potrà costringere docenti demotivati e genitori spesso assenti a cambiare registro. Le riforme camminano, piuttosto, sulle gambe degli insegnanti che devono condividerle per applicarle al meglio. Il documento presentato lo scorso 3 settembre dal premier Matteo Renzi è, come tutti i documenti di 136 pagine (allegati compresi), potenzialmente ricco di occasioni per dare una svolta all’anchilosata scuola di una Italia alle prese con una crisi dalla quale non si vedono vie d’uscita. L’idea di “fare crescere il Paese” partendo dalla scuola è sacrosanta. Ma come riuscirvi? ….
…..Quello di partire dal personale della scuola non è una semplice esigenza di tipo sociale – assicurare ai precari maggiore stabilità e un futuro degno di questo nome – ma appare come il nocciolo del problema…..
…..In altre parole, senza mettere sul tavolo un solo euro in più si spera di incentivare gli insegnanti a fare a gara per superarsi e rendere più efficiente il sistema. ….
….. Ma qual è l’idea di scuola che il governo ha per questo Paese? E quale ruolo dovrà svolgere la scuola anche in considerazione di condizioni economico-sociali al contorno mutate negli ultimi cinquant’anni?….
….Gli alunni, poi, vengono considerati soprattutto come futuri lavoratori, soggetti che dovranno contribuire alla crescita economica del paese. Ma nella corsa affannosa alla massima efficienza di un sistema formativo che avrà l’arduo compito di tirare fuori il Paese dalle secche della crisi, quanto tempo dovranno dedicare gli insegnanti alla cura dell’anima e della mente dei propri alunni? Il tempo dedicato pazientemente ad ascoltarli per cercare di conoscerli meglio sarà considerato tempo perso o potrà anche essere capitalizzato per accedere ai premi messi in palio dalla premiata ditta Renzi & Co.?…
….L’impressione, scorrendo le 126 pagine di proposte contenute dal documento, è che non si abbia idea concreta della complessità della scuola e dei tempi necessari per avviare una novità nella stessa…..
….Riusciranno Renzi e il suo esecutivo a restituire almeno i soldi sottratti alla scuola e al futuro del paese in questi ultimi anni, prima di avviare innovazioni che avranno bisogno di una certa copertura finanziaria? E che dire dell’intervento dei privati – imprenditori, fondazioni, associazioni – anelato
dal premier per rilanciare l’istruzione del belpaese? Il dubbio è sempre quello che chi investe i propri denari in una qualsiasi attività voglia – legittimamente – averne un ritorno, anche in termini non strettamente economici. E chi ci assicura che i fondi dei privati non vadano a finanziare attività che sono in contrasto con i dettami della Costituzione o che accentuino le già evidenti sperequazioni esistenti in Italia?….»