Piazza San Pietro
La Famiglia – 15. Educazione
– Oggi, cari fratelli e sorelle, voglio darvi il benvenuto perché ho visto fra di voi tante famiglie, buongiorno a tutte le famiglie! Continuiamo a riflettere sulla famiglia. Oggi ci soffermeremo a riflettere su una caratteristica essenziale della famiglia, ossia la sua naturale vocazione a educare i figli perché crescano nella responsabilità di sé e degli altri. Quello che abbiamo sentito dall’apostolo Paolo, all’inizio, è tanto bello: «Voi figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino” (Col 3, 20-21) . Questa è una regola sapiente: il figlio che è educato ad ascoltare i genitori e a obbedire ai genitori i quali non devono comandare in una maniera brutta, per non scoraggiare i figli. I figli, infatti, devono crescere senza scoraggiarsi, passo a passo. Se voi genitori dite ai figli: “Saliamo su quella scaletta” e prendete loro la mano e passo dopo passo li fate salire, le cose andranno bene. Ma se voi dite: “Vai su!” – “Ma non posso” – “Vai!”, questo si chiama esasperare i figli, chiedere ai figli le cose che non sono capaci di fare. Per questo, il rapporto tra genitori e figli deve essere di una saggezza, di un equilibrio tanto grande. Figli, obbedite ai genitori, ciò piace a Dio. E voi genitori, non esasperate i figli, chiedendogli cose che non possono fare. E questo bisogna fare perché i figli crescano nella responsabilità di sé e degli altri.
Sembrerebbe una constatazione ovvia, eppure anche ai nostri tempi non mancano le difficoltà. E’ difficile educare per i genitori che vedono i figli solo la sera, quando ritornano a casa stanchi dal lavoro. Quelli che hanno la fortuna di avere lavoro! E’ ancora più difficile per i genitori separati, che sono appesantiti da questa loro condizione: poverini, hanno avuto difficoltà, si sono separati e tante volte il figlio è preso come ostaggio e il papà gli parla male della mamma e la mamma gli parla male del papà, e si fa tanto male. Ma io dico ai genitori separati: mai, mai, mai prendere il figlio come ostaggio! Vi siete separati per tante difficoltà e motivi, la vita vi ha dato questa prova, ma i figli non siano quelli che portano il peso di questa separazione, non siano usati come ostaggi contro l’altro coniuge, crescano sentendo che la mamma parla bene del papà, benché non siano insieme, e che il papà parla bene della mamma. Per i genitori separati questo è molto importante e molto difficile, ma possono farlo.
Ma, soprattutto, la domanda: come educare? Quale tradizione abbiamo oggi da trasmettere ai nostri figli?
Intellettuali “critici” di ogni genere hanno zittito i genitori in mille modi, per difendere le giovani generazioni dai danni – veri o presunti – dell’educazione familiare. La famiglia è stata accusata, tra l’altro, di autoritarismo, di favoritismo, di conformismo, di repressione affettiva che genera conflitti.
Di fatto, si è aperta una frattura tra famiglia e società, tra famiglia e scuola, il patto educativo oggi si è rotto; e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi perché è stata minata la fiducia reciproca. I sintomi sono molti. Per esempio, nella scuola si sono intaccati i rapporti tra i genitori e gli insegnanti. A volte ci sono tensioni e sfiducia reciproca; e le conseguenze naturalmente ricadono sui figli. D’altro canto, si sono moltiplicati i cosiddetti “esperti”, che hanno occupato il ruolo dei genitori anche negli aspetti più intimi dell’educazione. Sulla vita affettiva, sulla personalità e lo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli “esperti” sanno tutto: obiettivi, motivazioni, tecniche. E i genitori devono solo ascoltare, imparare e adeguarsi. Privati del loro ruolo, essi diventano spesso eccessivamente apprensivi e possessivi nei confronti dei loro figli, fino a non correggerli mai: “Tu non puoi correggere il figlio”. Tendono ad affidarli sempre più agli “esperti”, anche per gli aspetti più delicati e personali della loro vita, mettendosi nell’angolo da soli; e così i genitori oggi corrono il rischio di autoescludersi dalla vita dei loro figli. E questo è gravissimo! Oggi ci sono casi di questo tipo. Non dico che accada sempre, ma ci sono. La maestra a scuola rimprovera il bambino e fa una nota ai genitori. Io ricordo un aneddoto personale. Una volta, quando ero in quarta elementare ho detto una brutta parola alla maestra e la maestra, una brava donna, ha fatto chiamare mia mamma. Lei è venuta il giorno dopo, hanno parlato fra loro e poi sono stato chiamato. E mia mamma davanti alla maestra mi ha spiegato che quello che io ho fatto era una cosa brutta, che non si doveva fare; ma la mamma lo ha fatto con tanta dolcezza e mi ha chiesto di chiedere perdono davanti a lei alla maestra. Io l’ho fatto e poi sono rimasto contento perché ho detto: è finita bene la storia. Ma quello era il primo capitolo! Quando sono tornato a casa, incominciò il secondo capitolo… Immaginatevi voi, oggi, se la maestra fa una cosa del genere, il giorno dopo si trova i due genitori o uno dei due a rimproverarla, perché gli “esperti” dicono che i bambini non si devono rimproverare così. Sono cambiate le cose! Pertanto i genitori non devono autoescludersi dall’educazione dei figli.
E’ evidente che questa impostazione non è buona: non è armonica, non è dialogica, e invece di favorire la collaborazione tra la famiglia e le altre agenzie educative, le scuole, le palestre… le contrappone.
Come siamo arrivati a questo punto? Non c’è dubbio che i genitori, o meglio, certi modelli educativi del passato avevano alcuni limiti, non c’è dubbio. Ma è anche vero che ci sono sbagli che solo i genitori sono autorizzati a fare, perché possono compensarli in un modo che è impossibile a chiunque altro. D’altra parte, lo sappiamo bene, la vita è diventata avara di tempo per parlare, riflettere, confrontarsi. Molti genitori sono “sequestrati” dal lavoro – papà e mamma devono lavorare – e da altre preoccupazioni, imbarazzati dalle nuove esigenze dei figli e dalla complessità della vita attuale, – che è così, dobbiamo accettarla com’è – e si trovano come paralizzati dal timore di sbagliare. Il problema, però, non è solo parlare. Anzi, un “dialoghismo” superficiale non porta a un vero incontro della mente e del cuore. Chiediamoci piuttosto: cerchiamo di capire “dove” i figli veramente sono nel loro cammino? Dov’è realmente la loro anima, lo sappiamo? E soprattutto: lo vogliamo sapere? Siamo convinti che essi, in realtà, non aspettano altro?
Le comunità cristiane sono chiamate ad offrire sostegno alla missione educativa delle famiglie, e lo fanno anzitutto con la luce della Parola di Dio. L’apostolo Paolo ricorda la reciprocità dei doveri tra genitori e figli: «Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino» (Col 3,20-21). Alla base di tutto c’è l’amore, quello che Dio ci dona, che «non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, … tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,5-6). Anche nelle migliori famiglie bisogna sopportarsi, e ci vuole tanta pazienza per sopportarsi! Ma è così la vita. La vita non si fa in laboratorio, si fa nella realtà. Lo stesso Gesù è passato attraverso l’educazione familiare.
Anche in questo caso, la grazia dell’amore di Cristo porta a compimento ciò che è inscritto nella natura umana. Quanti esempi stupendi abbiamo di genitori cristiani pieni di saggezza umana! Essi mostrano che la buona educazione familiare è la colonna vertebrale dell’umanesimo. La sua irradiazione sociale è la risorsa che consente di compensare le lacune, le ferite, i vuoti di paternità e maternità che toccano i figli meno fortunati. Questa irradiazione può fare autentici miracoli. E nella Chiesa succedono ogni giorno questi miracoli!
Mi auguro che il Signore doni alle famiglie cristiane la fede, la libertà e il coraggio necessari per la loro missione. Se l’educazione familiare ritrova la fierezza del suo protagonismo, molte cose cambieranno in meglio, per i genitori incerti e per i figli delusi. E’ ora che i padri e le madri ritornino dal loro esilio – perché si sono autoesiliati dall’educazione dei figli -, e riassumano pienamente il loro ruolo educativo. Speriamo che il Signore dia ai genitori questa grazia: di non autoesiliarsi nell’educazione dei figli. E questo soltanto lo può fare l’amore, la tenerezza e la pazienza.
Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les groupes venus de Côte d’Ivoire et de France. Que le Saint-Esprit demeure sur vous et dans vos familles, et qu’il donne en particulier aux parents la foi, le courage et la liberté pour assumer leur mission éducative auprès de leurs enfants.
Que Dieu vous bénisse !
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i gruppi venuti dalla Costa d’Avorio e dalla Francia. Lo Spirito Santo dimori in voi e nelle vostre famiglie, e doni in particolare ai genitori la fede, il coraggio e la libertà per svolgere la loro missione educativa con i loro bambini.
Che Dio vi benedica!]
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including those from Great Britain, Finland, Norway, South Africa, China, India, Korea, Canada and the United States of America. In a special way, I great these young musicians, you played well! Upon all of you, and your families, I invoke an abundance of joy and peace in the Lord Jesus. God bless you all!
[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Gran Bretagna, Finlandia, Norvegia, Sud Africa, Cina, India, Corea, Canada e Stati Uniti d’America. In modo speciale saluto queste brave ragazze musiciste, avete suonato bene! Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace nel Signore. Dio vi benedica!]
Herzlich grüße ich die Brüder und Schwestern deutscher Sprache, die zur heutigen Audienz gekommen sind, besonders die Gläubigen der Pfarrei Sankt Franziskus in Schwenningen, die zu Fuß nach Rom gepilgert sind. In diesem Monat Mai vertrauen wir dem Schutz der Jungfrau Maria alle Eheleute und Familien an. Die Muttergottes helfe uns, die Familie in der Gesellschaft und in den Herausforderungen unserer Zeit zu fördern und zu unterstützen. Der Heilige Geist geleite euch auf euren Wegen.
[Saluto di cuore i fratelli e le sorelle di lingua tedesca presenti a quest’Udienza, in particolare i fedeli della Parrocchia San Francesco di Schwenningen, venuti a piedi in pellegrinaggio a Roma. In questo mese di maggio, affidiamo alla protezione della Vergine Maria tutti gli sposi e tutte le famiglie. La Madre di Dio ci aiuti a favorire e promuovere la famiglia nella società e nelle sfide del nostro tempo. Lo Spirito Santo vi accompagni nel vostro cammino.]
Saludo a los peregrinos de lengua española. En primer lugar, quiero saludar al nuevo Presidente del CELAM, el Cardenal de Bogotá, recientemente electo en la Asamblea. ¡Buen trabajo! También saludo a los fieles de la Archidiócesis de Toledo, acompañados por su Pastor, Mons. Braulio Rodríguez Plaza – saben hacer rumor ustedes, ¿eh? –, así como a los grupos venidos de España, México, Argentina, Panamá. Chile y otros países latinoamericanos. Pidamos al Señor que dé a los padres la confianza, la libertad y el valor necesarios para cumplir fielmente su misión educativa. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.
Saúdo cordialmente todos os peregrinos de língua portuguesa, especialmente os grupos vindos do Brasil, Cabo Verde e Portugal. Supliquemos a vinda do Espírito santo sobre todos os educadores, em particular os pais, para que, com o seu exemplo, ajudem os mais jovens a crescer em sabedoria, estatura e graça. Que Deus vos abençoe.
[Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua portoghese, specialmente ai gruppi venuti dal Brasile, Capo Verde e Portogallo. Supplichiamo la venuta dello Spirito Santo su tutti gli educatori, in particolare i genitori, affinché aiutino, con il loro esempio, i più giovani a crescere in sapienza, età e grazia. Dio vi benedica!]
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ منالشرق الأوسط ولاسيما بالحجاج القادمين من فلسطين والأرض المقدّسة: إن الأب الأقدس يحمل لكم محبة خاصة وهو قريب منكم بالصلاة لكي يحلّ السلام في أرضكم. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، التربية العائليّة الصالحة هي العامود الفقري للـ “إنسانويّة”. فليهب الرب العائلات المسيحيّة ما يلزم من إيمان وحريّة وشجاعة من أجل القيام برسالتها. ليبارككم الرب!
[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente e in modo speciale quelli provenienti dalla Palestina e di Terra Santa: il Santo Padre porta per voi un amore speciale, vi sta vicino con la preghiera affinché la pace regni nella vostra terra. Cari fratelli e sorelle, la buona educazione famigliare è la colonna vertebrale dell’umanesimo! Il Signore doni alle famiglie cristiane la fede, la libertà e il coraggio necessari per la loro missione. Il Signore vi benedica!]
Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Dziś w sposób szczególny prosimy Matkę Jezusa i Jego uważną wychowawczynię, aby wszystkie dzieci znalazły w swoich rodzicach pełnych miłości mistrzów i przewodników, i by mogły „wzrastać w mądrości, w latach i w łasce u Boga i u ludzi”. Niech Pan błogosławi wam i waszym rodzinom! Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Oggi in modo particolare preghiamo la Madre di Gesù, Sua attenta educatrice, affinché tutti i bambini trovino nei loro genitori dei maestri guide piene di amore, e possano “crescere in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (cf. Lc 2, 51). Il Signore benedica voi e le vostre famiglie! Sia lodato Gesù Cristo!]
S láskou pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Jacoviec a Topoľčian, Nitry a okolia, ako aj žiakov Základnej školy z Michaloviec.
Bratia a sestry, budúcu nedeľu budeme sláviť sviatok Zoslania Ducha Svätého. Prosme Boha o zoslanie darov jeho Ducha, aby sme odvážne svedčili o Kristovi a jeho Evanjeliu. Všetkých vás zo srdca žehnám.
[Saluto con affetto i pellegrini slovacchi, particolarmente i gruppi parrocchiali e gli studenti di Michalovce.
Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la Solennità della Pentecoste. Preghiamo Dio che mandi i doni del suo Spirito perché possiamo divenire testimoni coraggiosi di Cristo e del suo Vangelo. Di cuore vi benedico tutti.]
APPELLI
Il 24 maggio, i cattolici in Cina pregheranno con devozione la beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai. Nella statua, che sovrasta il Santuario, Maria sorregge in alto il suo Figlio, presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto di amore e di misericordia. Anche noi chiederemo a Maria di aiutare i cattolici in Cina ad essere sempre testimoni credibili di questo amore misericordioso in mezzo al loro Popolo e a vivere spiritualmente uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa.
La Conferenza Episcopale Italiana ha proposto che nelle Diocesi, in occasione della Veglia di Pentecoste, si ricordino tanti fratelli e sorelle esiliati o uccisi per il solo fatto di essere cristiani. Sono martiri. Auspico che tale momento di preghiera accresca la consapevolezza che la libertà religiosa è un diritto umano inalienabile, aumenti la sensibilizzazione sul dramma dei cristiani perseguitati nel nostro tempo e che si ponga fine a questo inaccettabile crimine.
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Cari pellegrini di lingua italiana: benvenuti! Sono lieto di accogliere quanti partecipano al corso di formazione missionaria della Famiglia Pallottina, al corso promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e all’Incontro di pace e cultura Matera-Altamura-Bari. Saluto gli ufficiali e militari dell’Esercito Italiano; le Associazioni e gli studenti, in particolare quelli delle scuole bulgare di diverse nazioni. Saluto i gruppi parrocchiali, specialmente i fedeli di Sparanise, che portano l’effige della Vergine Addolorata di Torello. La visita alle Tombe degli Apostoli accresca in voi la gioia pasquale della Resurrezione e vi predisponga a celebrare con fede la Solennità della Pentecoste.
Un particolare pensiero rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria liturgica di San Bernardino da Siena. Il suo amore per l’Eucarestia indichi a voi, cari giovani, la centralità di Dio nella vostra vita; incoraggi voi ammalati ad affrontare con serenità i momenti di sofferenza e stimoli voi, cari sposi novelli, a fondare la vostra famiglia sull’amore di Dio.