UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Cari fratelli e sorelle, buongiorno
nelle catechesi precedenti abbiamo avuto modo di evidenziare come la Chiesa abbia una natura spirituale: è il corpo di Cristo, edificato nello Spirito Santo.
Quando ci riferiamo alla Chiesa, però, immediatamente il pensiero va alle nostre comunità, alle nostre parrocchie, alle nostre diocesi, alle strutture nelle quali siamo soliti riunirci e, ovviamente, anche alla componente e alle figure più istituzionali che la reggono, che la governano.
È questa la realtà visibile della Chiesa. Dobbiamo chiederci, allora: si tratta di due cose diverse o dell’unica Chiesa? E, se è sempre l’unica Chiesa, come possiamo intendere il rapporto tra la sua realtà visibile e quella spirituale?
- Innanzitutto, quando parliamo della realtà visibile della Chiesa, non dobbiamo pensare solamente al Papa, ai Vescovi, ai preti, alle suore e a tutte le persone consacrate. La realtà visibile della Chiesa è costituita dai tanti fratelli e sorelle battezzati che nel mondo credono, sperano e amano. Ma tante volte sentiamo dire: “Ma, la Chiesa non fa questo, la Chiesa non fa qualcos’altro…” – “Ma, dimmi, chi è la Chiesa?” – “Sono i preti, i vescovi, il Papa…” – La Chiesa siamo tutti, noi! Tutti i battezzati siamo la Chiesa, la Chiesa di Gesù. Da tutti coloro che seguono il Signore Gesù e che, nel suo nome, si fanno vicini agli ultimi e ai sofferenti, cercando di offrire un po’ di sollievo, di conforto e di pace. Tutti coloro che fanno ciò che il Signore ci ha comandato sono la Chiesa. Comprendiamo, allora, che anche la realtà visibile della Chiesa non è misurabile, non è conoscibile in tutta la sua pienezza: come si fa a conoscere tutto il bene che viene fatto? Tante opere di amore, tante fedeltà nelle famiglie, tanto lavoro per educare i figli, per trasmettere la fede, tanta sofferenza nei malati che offrono le loro sofferenze al Signore… Ma questo non si può misurare ed è tanto grande! Come si fa a conoscere tutte le meraviglie che, attraverso di noi, Cristo riesce ad operare nel cuore e nella vita di ogni persona? Vedete: anche la realtà visibile della Chiesa va oltre il nostro controllo, va oltre le nostre forze, ed è una realtà misteriosa, perché viene da Dio.
- Per comprendere il rapporto, nella Chiesa, il rapporto tra la sua realtà visibile e quella spirituale, non c’è altra via che guardare a Cristo, del quale la Chiesa costituisce il corpo e dal quale essa viene generata, in un atto di infinito amore. Anche in Cristo infatti, in forza del mistero dell’Incarnazione, riconosciamo una natura umana e una natura divina, unite nella stessa persona in modo mirabile e indissolubile. Ciò vale in modo analogo anche per la Chiesa. E come in Cristo la natura umana asseconda pienamente quella divina e si pone al suo servizio, in funzione del compimento della salvezza, così avviene, nella Chiesa, per la sua realtà visibile, nei confronti di quella spirituale. Anche la Chiesa, quindi, è un mistero, nel quale ciò che non si vede è più importante di ciò che si vede, e può essere riconosciuto solo con gli occhi della fede (cfr Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 8).
- Nel caso della Chiesa, però, dobbiamo chiederci: come la realtà visibile può porsi a servizio di quella spirituale? Ancora una volta, possiamo comprenderlo guardando a Cristo. Cristo è il modello della Chiesa, perché la Chiesa è il suo corpo. E’ il modello di tutti i cristiani, di tutti noi. Quando si guarda Cristo non si sbaglia. Nel Vangelo di Luca si racconta come Gesù, tornato a Nazaret , dove era cresciuto, entrò nella sinagoga e lesse, riferendolo a se stesso, il passo del profeta Isaia dove sta scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (4,18-19). Ecco: come Cristo si è servito della sua umanità – perché era anche uomo – per annunciare e realizzare il disegno divino di redenzione e di salvezza – perché era Dio -, così deve essere anche per la Chiesa. Attraverso la sua realtà visibile, di tutto quello che si vede, i sacramenti e la testimonianza di tutti noi cristiani, la Chiesa è chiamata ogni giorno a farsi vicina ad ogni uomo, a cominciare da chi è povero, da chi soffre e da chi è emarginato, in modo da continuare a far sentire su tutti lo sguardo compassionevole e misericordioso di Gesù.
Cari fratelli e sorelle, spesso come Chiesa facciamo esperienza della nostra fragilità e dei nostri limiti. Tutti ne abbiamo. Tutti siamo peccatori. Nessuno di tutti noi può dire: “Io non sono peccatore”. Ma se qualcuno di noi si sente che non è peccatore, alzi la mano. Tutti lo siamo. E questa fragilità, questi limiti, questi nostri peccati, è giusto che procurino in noi un profondo dispiacere, soprattutto quando diamo cattivo esempio e ci accorgiamo di diventare motivo di scandalo. Quante volte abbiamo sentito, nel quartiere: “Ma, quella persona di là, va sempre in Chiesa ma sparla di tutti…”. Questo non è cristiano, è un cattivo esempio: è un peccato. E così noi diamo un cattivo esempio: “E, insomma, se questo o questa è cristiano, io mi faccio ateo”. La nostra testimonianza è quella di far capire cosa significa essere cristiano. Chiediamo di non essere motivo di scandalo. Chiediamo il dono della fede, perché possiamo comprendere come, nonostante la nostra pochezza e la nostra povertà, il Signore ci ha reso davvero strumento di grazia e segno visibile del suo amore per tutta l’umanità. Possiamo diventare motivo di scandalo, sì. Ma possiamo anche diventare motivo di testimonianza, dicendo con la nostra vita quello che Gesù vuole da noi.
Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier le pèlerinage de la province de Lyon, avec le Cardinal Philippe Barbarin, et celui du diocèse de Luxembourg avec son Archevêque, Mgr Jean-Claude Hollerich.
Demandons à Dieu le don de la foi, pour que nous puissions comprendre comment, malgré notre faiblesse et notre pauvreté, nous sommes appelés à être les signes visibles de l’amour de Dieu pour toute l’humanité. Que Dieu vous bénisse !
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare il pellegrinaggio della provincia di Lione, con il Cardinal Philippe Barbarin, e quello della diocesi di Lussemburgo con l’Arcivescovo Mons. Jean-Claude Hollerich.
Chiediamo a Dio il dono della fede, perché possiamo comprendere come, malgrado la nostra debolezza e la nostra povertà, siamo chiamati ad essere i segni visibili dell’amore di Dio per tutta l’umanità. Che Dio vi benedica!]
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including the various groups from the United Kingdom, Ireland, Sweden, Denmark, Nigeria, India, Canada and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke joy and peace in the Lord Jesus. God bless you all!
[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente i vari gruppi provenienti da Regno Unito, Irlanda, Svezia, Danimarca, Nigeria, India, Canada e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace nel Signore Gesù. Dio vi benedica!]
Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache, besonders an die Gläubigen der Pfarrei St. Cäcilia in Bösel sowie an die Schülerinnen und Schüler des Gymnasiums Höchstadt an der Aisch und der Maristenschule in Recklinghausen. Werden wir nicht müde, den Herrn um die Gabe des Glaubens zu bitten, damit wir trotz unser Schwachheit und unserer Grenzen Werkzeug und sichtbares Zeichen seiner Liebe zu den Menschen sein können. Von Herzen segne ich euch alle.
[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua tedesca, in particolare ai fedeli della parrocchia S. Cecilia di Bösel e agli allievi del Gymnasium Höchstadt an der Aisch e della Maristenschule Recklinghausen. Non stanchiamoci di chiedere al Signore il dono della fede perché possiamo essere, nonostante la nostra fragilità e i nostri limiti, strumento e segno visibile del suo amore per tutta l’umanità. Con affetto vi benedico tutti.]
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España, México, Argentina y otros países latinoamericanos. Pidamos, por intercesión de la Virgen María, que comprendamos cómo, a pesar de nuestras debilidades, el Señor nos ha hecho instrumentos de su gracia y signo visible de su amor para toda la humanidad. Muchas gracias.
Saúdo cordialmente os peregrinos de língua portuguesa, em particular os Amigos do Museu do Oriente, o grupo de sacerdotes de São Sebastião do Rio de Janeiro, bem como os membros das Comunidades “Canção Nova”, em festa pelo reconhecimento eclesial, e “Doce Mãe de Deus” e “Copiosa Redenção”, pelo jubileu de fundação. O Senhor vos encha de alegria e o Espírito Sano ilumine as decisões da vossa vida, para realizardes fielmente a vontade do Pai celeste. Sobre todos vós e vossas famílias e comunidade, vele a Santa Mãe da Igreja.
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua portoghese, in particolare gli amici del “Museu do Oriente”, il gruppo di sacerdoti di “São Sebastião do Rio de Janeiro”, nonché i membri delle Comunità “Canção Nova”, in festa per il riconoscimento ecclesiale, e “Doce Mãe de Deus” e “Copiosa Redenção”, per il giubileo di fondazione. Il Signore vi ricolmi di gioia e lo Spirito Santo illumini le decisioni della vostra vita, per adempiere fedelmente il volere del Padre celeste. Su tutti voi e le vostre famiglie e comunità, vegli la Santa Madre della Chiesa.]
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ منالشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، نحنُ واقعُ الكنيسةِ المنظور! لنطلبْ من الربِّ أنْ يجعلنا على الدوامِ أدواتٍ لنعمتِهِ وعلاماتٍ منظورةً لحبِّه! ليبارككُم الرب!
[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, noi siamo la realtà visibile della Chiesa! Chiediamo al Signore di renderci sempre strumenti della sua grazia e segni visibili del suo amore! Il Signore vi benedica!]
Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Zbliżamy się do uroczystości Wszystkich Świętych. Dziękujemy Panu za wszystkich mężczyzn i kobiety, którzy w różnych okolicznościach historycznych umieli współpracować z Bożą łaską i mieli odwagę dawać świadectwo wiary, nadziei i miłości w codziennym życiu. Uczmy się od nich jak stawać się świętymi w naszych czasach! Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Ci stiamo avvicinando alla solennità di Tutti i Santi. Ringraziamo il Signore per tutti gli uomini e le donne che nelle diverse circostanze storiche hanno saputo collaborare con la grazia divina e hanno avuto il coraggio di dare testimonianza della fede, della speranza e della carità nella vita quotidiana. Impariamo da loro come diventare santi nel nostro tempo! Sia lodato Gesù Cristo!]
Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne Detský spevokol Vinimini z Bardejova.
Milé deti, spievajte Pánovi novú pieseň ústami, ale predovšetkým svojim kresťanským životom. S láskou žehnám vás i vaše rodiny vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi, particolarmente il Coro dei bambini Vinimini da Bardejov.
Cari ragazzi, cantate al Signore un canto nuovo con la bocca e soprattutto con la vita cristiana. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]
APPELLO
Di fronte all’aggravarsi dell’epidemia di ebola, desidero esprimere la mia viva preoccupazione per questa implacabile malattia che si sta diffondendo specialmente nel Continente africano, soprattutto tra le popolazioni più disagiate. Sono vicino con l’affetto e la preghiera alle persone colpite, come pure ai medici, agli infermieri, ai volontari, agli istituti religiosi e alle associazioni, che si prodigano eroicamente per soccorrere questi nostri fratelli e sorelle ammalati. Rinnovo il mio appello, affinché la Comunità Internazionale metta in atto ogni necessario sforzo per debellare questo virus, alleviando concretamente i disagi e le sofferenze di quanti sono così duramente provati.
Vi invito a pregare per loro e per quanti hanno perso la vita.
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto in particolare le Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio che celebrano il Capitolo Generale e i fedeli di San Pietro in Pensilis con i carri di San Leo, accompagnati dal Vescovo di Termoli-Larino Mons. Gianfranco De Luca. Saluto i membri di Betania Onlus, di Catanzaro e di Verona; gli infermieri e i tecnici dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù e il personale della Terna Rete Italia. La visita alle tombe degli Apostoli accresca in tutti l’amore per Dio che si manifesta nell’amore concreto per i fratelli.
Rivolgo infine un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ci avviciniamo alla Solennità di tutti i Santi. Cari giovani, guardate ai Santi come a modelli di vita; cari ammalati, offrite la vostra sofferenza per quanti hanno bisogno di conversione; e voi, cari sposi novelli, curate la crescita nella fede della vostra casa coniugale.