(Matteo Scirè) Sono passati 42 anni dall’assassinio, per mano delle brigate rosse, di Vittorio Bachelet e ancora oggi la sua testimonianza rappresenta un auspicio profetico per i laici cristiani che voglio vivere la Parola nel mondo e per il mondo. Un uomo mite, ma solido e deciso. Colpiva la serenità che sapeva trasmettere col suo aspetto bonario, col suo sorriso ampio e accogliente.
Da presidente dell’Azione cattolica italiana e da servitore dello Stato (fino alla sua morte ricoprì la carica di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura) Bachelet ha interpretato quella grande spinta di cambiamento che stava attraversando la Chiesa e la società italiana.
Il Concilio Vaticano II e la Costituzione della Repubblica i suoi riferimenti culturali e valoriali. “La doppia fedeltà”, come la definiva Giuseppe Lazzati. Spese tutta la sua vita sul fronte educativo per la formazione dei laici cattolici e del buon funzionamento delle istituzioni democratiche per il perseguimento del bene comune.
Protagonista della “scelta religiosa”, Bachelet segnò una svolta nella vita dell’Azione cattolica. La dimensione religiosa di ogni cristiano doveva tradursi, nella quotidianità, in una visione profetica del mondo e dell’uomo. L’impegno civile dei cattolici non poteva consistere nel collateralismo politico con la Democrazia Cristiana. La “scelta religiosa” era una chiave interpretativa per vivere autenticamente la fede, da una prospettiva diversa rispetto a quella preconciliare: né spiritualista, né integralista, ma per l’appunto profetica. Per Bachelet e per quanti seppero raccogliere lo spirito conciliare gli insegnamenti di Gesù – amore, giustizia, solidarietà … – andavano annunciati e vissuti come azioni di speranza e di servizio per la società e la persona.
È questa la lezione di Bachelet. Un esempio fulgido di operosa laicità cristiana. Una luce nella storia della Repubblica italiana di cui fare memoria viva.
Per approfondire:
Vittorio Bachelet (Un sussidio del Mieac con testi di Angelo Bertani)
La lezione di Vittorio Bachelet (Paolo Giuntella)