(Mimmo Sinagra) L’episodio del preside che cancella ogni segno di festività natalizia cristiana organizzando un Natale “laico” nella sua scuola fa emergere in tutta la sua importanza la problematica del rapporto fra le culture.
Per impostare questa riflessione in maniera comprensibile (almeno a me stesso) faccio riferimento ad una espressione che molto spesso trova la sua collocazione in un’area ideologica ben definita, quella dell’estrema destra, intollerante e razzista. L’espressione è “mostrare i muscoli”.
I muscoli, in verità, sono organi estremamente plasmabili; è nella patologia che possono rimanere rigidi o flaccidi: ma fra la rigidità e la flacciditá esiste il corretto tono muscolare, che ne consente i movimenti armonici.
Le due tentazioni estreme, nel guardare a culture diverse, sono appunto quella della rigidità estrema, come pure dell’estrema flacciditå. La prima, quella che fa vedere nell’altro un nemico, contro cui chiudersi e colpire; la seconda, che fa vedere in se stessi, prima che nell’altro, un inciampo al dialogo, e che induce a cancellare ogni traccia del proprio vissuto, della propria cultura, della propria storia, ritenendo così di presentarsi all’altro come “tabula rasa” e pertanto di accoglierlo un una casa vuota.
Entrambi gli estremi sfociano in errori “storici”: il primo, l’intolleranza e la negazione dell’altro; il secondo, una falsa condiscendenza e la negazione di sé.
Il dialogo esige il rispetto degli altri, che portano dei valori, come di se stessi, portatori di altri.
La civiltà occidentale ha il vissuto della conquista della democrazia, come dei valori di uguaglianza e di progresso, ma si è spesso svilita nell’inseguimento del dio denaro e delle dinamiche economiche che sovrastano gli stessi valori da essa conquistati; come la civiltà orientale possiede una maggiore tendenza alla riflessione e alla mistica, che però sono spesso sotterrate da ancora non acquisite libertà individuali e parità civili.
Dobbiamo allora auspicare un incontro, più che uno scontro, fra civiltà; il cristianesimo, medio-orientale per origine ed occidentale per diffusione, può costituire una sintesi e un paradigma di dialogo, indicando anche alle altre religioni e culture la via da seguire. Di questo, pur non ritenendosi prevaricatore nè dal punto di vista culturale ne religioso, Papa Francesco si fa precursore e garante.