Nel giorno in cui si celebra la memoria viva dell’impegno antimafia di Giovanni Falcone (23 maggio) e di tutti coloro che insieme a lui e come lui hanno sacrificato la vita, pur di riaffermare la legalità democratica, ribadiamo il dovere e la volontà di non abbassare la guardia.
Mentre ricordiamo, non cessiamo di reclamare con fermezza la ricerca della verità per i tanti, troppi delitti attraverso la via politica e quella giudiziaria; insieme alla necessità di leggi sempre più efficaci, di un adeguato sostegno e risorse a favore del lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine.
Ribadiamo, inoltre, l’urgenza di concrete opportunità di sviluppo economico legale, libero dalla schiavitù dei legami con le mafie, contro quell’economia illegale che impedisce il libero sviluppo di intere Regioni e, perciò, il futuro stesso dei giovani e del Paese.
Sono vie possibili ed efficaci per sconfiggere le mafie, come la loro stessa reazione testimonia.
Dal canto nostro ci sentiamo interpellati come educatori .
Il nostro quotidiano compito di testimonianza e trasmissione valoriale e culturale non può prescindere dalla questione della legalità, del rigoroso, inflessibile, “no” ad ogni forma di compromesso con poteri forti, oscuri. Rifiutiamo ogni comportamento che tolleri, in sé o negli altri, stili “mafiosi” (clientele, raccomandazioni, voto di scambio, omissioni, silenzi, illegalità tributaria, raccomandazioni, assenze facili dal lavoro, scambio clientelare dei voti, comportamenti autoritari…).
Si tratta di alimentare la propria coscienza critica, percepire la responsabilità etica nei confronti del presente e del futuro, di fare chiarezza sulla valenza politica del nostro agire, sulla forza trasformante dell’educazione.
Di fare memoria viva e attualizzante. Poiché riconoscere il valore della memoria individuale e collettiva rappresenta il tentativo di resistenza possibile contro i meccanismi di “amnesia indotta” verso i quali si vuole spingere la società per renderla nuovamente disponibile ad un nefasto sonno della coscienza.
Di vigilare attentamente rispetto ad ogni possibile collusione tra istituzioni e mafia.
(Mirella Arcamone)
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