– di Don Alessandro Palermo, diacono –
Il cristianesimo nasce dalla festa, in particolare da quella festa scoppiata dalla gioia della resurrezione del Signore e proprio in forza di quest’evento, fondamentale per la fede cristiana, sorge la comunità ecclesiale, comunità chiamata proprio a fare festa e a diffondere la sua gioia. Pertanto il cristiano non può non festeggiare e non può avere paura di tutte quell’espressioni di gioia che danno felicità alla vita umana; umanità che è santa sia perché creata da Dio e soprattutto perché Dio, nel Figlio, ha scelto di abitarla veramente e questo è un altro grande motivo per far festa poiché dice, al cosmo intero, che tutto l’uomo è amato da Dio in maniera sublime. Un cristiano che rifiuta il proprio corpo e la propria esistenza, perché convinto che sono ostacolo per arrivare a Dio, un cristiano che non vuole fare festa e che condanna le espressioni di gioia è vuoto come una zucca, perché la sua vita non ha nulla di Cristo. Una vita senza gioia e senza motivi per far festa non è una vera vita. Una vita che manca di quel soffio vitale che è la voglia e la forza di gridare sempre “si alla vita” di fronte alle “morti”, (sofferenza, dolore, fallimenti, incomprensioni, rifiuti) che ogni giorno incontriamo durante la nostra strada, non è purtroppo vera vita. Carissimi, proprio per questo l’uomo e la donna non possono festeggiare la morte e le morti perché sarebbe la più grande contraddizione per loro stessa esistenza, sarebbe un dire “no” alla vita. Abbiatelo chiaro questo! Custodiamo sempre la nostra vita!
Un uomo che non sa distinguere la vita dalla morte e viceversa, e che chiama bene ciò che è male e male ciò che è bene, purtroppo ha perso la luce della sua lampada e cammina senza meta. Pertanto dobbiamo in tutti i modi annunciare la verità che la vita non può essere morte e dobbiamo aiutare, chi ha bisogno, a chiamare bene ciò che è bene e male ciò che è male. Dopo questa premessa vado all’oggetto di questa riflessione. Tra pochi giorni rincontreremo lungo la nostra strada la “festa” di Halloween, festa che ha un significato positivo, perché esprime un sentimento religioso tipico di alcuni popoli del Nord Europa. Infatti tale festa, in riferimento al suo contesto, esprime significati culturali e antropologici che oggi però sono completamente scomparsi. Per voi avrebbe senso oggi festeggiare il dio del vento, o il dio dell’acqua? La stessa cosa, evidentemente, lo si può dire riguardo a Halloween.
LA FESTA DI HALLOWEEN
Lo storico Rogers, concordemente ad altre fonti, fa risalire la festa di Halloween alla festa celtica di Samhain. La ricorrenza di Samhain corrispondeva al capodanno Celtico perché era il 1° novembre, a quel tempo, che terminava ufficialmente la stagione del caldo per lasciare posto a quella del gelo. In quell’occasione il protagonista dei festeggiamenti e delle ritualità era appunto Samhain, che nella notte del 31 ottobre – tramite l’apertura delle porte annwn (regno degli spiriti) e sidhe (regno delle fate) – convocava temporaneamente gli spiriti dei defunti che, da un luogo di giovinezza e beatitudine, potevano così tornare alle loro vecchie abitazioni per scaldarsi e rifocillarsi in vista dell’inverno. Tutt’altra cosa è la festa di Tutti i Santi. Si ritiene che questa ricorrenza sia stata all’inizio promossa dalla Chiesa orientale per poi essere accolta a Roma quando il papa Bonifacio IV consacrò il Pantheon a tutti i santi e alla Vergine Maria. Il monaco sassone, maestro di Carlo Magno, Alcuino di York (735–804) traslò la data originaria della festa di Ognissanti, fissata allora al 13 maggio, al 1° novembre e tale spostamento fu manifestamente finalizzato alla cristianizzazione della festa celtica di Samhain, festa celtica ormai giunta al suo tramonto sia perché povera di significati ragionevoli per l’uomo e soprattutto perché piena di riferimenti negativi che nuocevano considerevolmente la fede cristiana. Halloween deriva, come termine, da All Hollows che era la traduzione inglese di “tutti i santi” e da All Hollow’s Eve, la ”vigilia di Ognissanti”, poi storpiato nella parola Halloween. Dunque il termine Halloween ha indubbiamente un che di cristiano. Solo il termine, però, perché la festività, in concreto, rappresenta un appuntamento tutt’altro che cristiano e che di positivo. Il suo riferimento, sia in merito al contenuto che alla forma stessa in cui viene festeggiato Halloween, è la ricorrenza pagana del dio Samhaim.
Come abbiamo visto prima, nella notte del 31 ottobre le popolazioni celtiche festeggiavano il dio Samhaim con la credenza che i morti dell’anno precedente sarebbero tornati sulla terra in cerca di corpi da possedere (una totale distorsione della festa cristiana di Tutti i Santi e dei defunti che vengono ricordati il 2 novembre). In questa occasione i contadini spegnevano il focolare per allontanare gli spiriti dei morti alla ricerca di un corpo ed i Druidi facevano cerimonie offrendo sacrifici per spaventare questi spiriti. (la paura viene condannata dalla Scrittura perché dice privazione di fiducia in Dio). Durante queste cerimonie veniva acceso un fuoco che sarebbe stato portato la mattina seguente presso le famiglie, affinché tutti potessero accendere il “fuoco nuovo” in cambio di qualche offerta da offrire al loro dio. Chi si rifiutava di fare l’offerta veniva maledetto con l’espressione “offerta o maledizione” (da cui l’espressione “dolcetto o scherzetto?” che in sostanza è una sottintesa maledizione). Il fuoco nuovo veniva trasportato e fatto ardere all’interno di lanterne costituite da rape (o cipolle) che oggi sono diventate delle zucche. Anche il travestimento di questa notte è legato all’abitudine dei Celti di coprirsi con pelli di animali per spaventare gli spiriti. La festa si è diffusa negli ultimi anni ovunque ed in maniera impressionante. I seguaci di Wicca (da witchcraft, stregoneria), un movimento neopagano molto diffuso che con Halloween ha scelto di auto celebrarsi perché vede in questa festa un occasione privilegiata per esprimersi, hanno deciso, secondo un loro preciso progetto negativo, di diffonderla in tutto mondo utilizzando il potente canale commerciale e, con la falsa immagine positiva, l’hanno fatta desiderare come una ulteriore occasione per fare carnevale. Non stupisce dunque apprendere che il 40% dei giovani, secondo un’indagine di Telefono Antiplagio (del 2011), festeggi Halloween con dichiarate simpatie verso il mondo magico ed esoterico (che è la via e l’anticamera del satanismo) che pur non dichiarando la sua condivisione a questo mondo, automaticamente nel momento cui si apre e vive la “ritualità” della festa, accoglie questo contesto negativo. Ogni azione, buona o cartina che sia, ha la sua reazione in noi e nel contesto che ci circonda. Il punto è che anche se non fosse dimostrato, come invece sembra essere, un maggior tasso di avvicinamento al mondo satanista avviene nella notte del 31 ottobre e un fatto rimane evidente: Halloween tutto è meno che una festa cristiana. Non solo: è per eccellenza una festa anticristiana per i motivi che nella premessa ho sottolineato.
Pertanto – una volta che si è presa consapevolezza di quanto abbiamo riportato poc’anzi– seguitare a ritenerla una carnevalata significa, almeno in una prospettiva cattolica, commettere un grosso errore. Sta infatti scritto: «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro». (Is 5,20). In conclusione questa mia riflessione vuole invitare in fraterna comunione, in particolare chi si professa cristiano, senza scandalizzare nessuno, a riflettere bene riguardo Halloween. Come prima dicevo il problema non sussiste nel “fare festa”, anzi in quei giorni è bene festeggiare ma assolutamente non per il messaggio che trasmette Halloween. Pertanto fate festa perché quei Santi, che il 1 novembre ricordiamo, sono già nella gioia della resurrezione e noi li festeggiamo perché ci ricordano che un giorno saremo chiamati a partecipare della loro gioia, che è quella vera. Fate festa ma abbiate una vostra ragionevole motivazione e non lasciatevi appiattire dalla globalizzazione commerciale che vuole distruggere le singolarità che appartengono ai diversi popoli e ai diversi contesti sociali e Halloween, che lo vogliate o no, non è una tradizione che ci appartiene. Fate festa ma non festeggiate mai tutto ciò che è contrario alla vita. Non costruitevi i vostri sepolcri chiusi per eternità. Halloween celebra la morte, la non vita; tutta la modalità attraverso la quale viene celebrata e ricordata (maschere, sangue, paura, diavoli, vampiri, tenebre, buio, morte, scandalo, trasgressione, droga, sesso) viene utilizzata da Satana stesso per costruire nel mondo il suo regno di morte e lo fa attraverso queste realtà che sembrano innocenti ma purtroppo sono strumenti del maligno che veramente fanno male all’uomo. Un cristiano non può non credere a questo, perché andrebbe contro il Vangelo, quindi contro Cristo!!!