GIORNATA MONDIALE DELLA GIUSTIZIA SOCIALE: È BENE PARLARNE MA ADESSO CONCRETIZZIAMO
Le “Giornate” in cui si celebrano ricorrenze significative, a livello mondiale o nazionale, si rincorrono freneticamente. Sono tutte importanti. Ma quella di oggi non possiamo lasciarla scorrere via come acqua fresca.
Oggi si parla di giustizia sociale, di cui il tema delle disuguaglianze rappresenta a mio avviso una delle questioni più centrali. Le disuguaglianze infatti sono diventate un vero e proprio flagello, sono ormai al centro dei problemi che, a catena, causano tantissimi altri mali sociali, esistenziali, familiari, economici, politici e geopolitici.
Intanto dobbiamo fissare bene in mente quali sono le disuguaglianze da affrontare, su cui naturalmente misurarsi con scelte operative.
La DISUGUAGLIANZA DI REDDITO è quella che spicca su tutte, è diffusa in tutti i Paesi, anche in quelli ritenuti più avanzati. In Italia poi ha colpito duramente la società: il ceto medio rasenta ormai i livelli di povertà, mentre il ceto basso è sprofondato nella miseria. Tre proposte sono da prendere in considerazione urgentemente: 1) Vanno stabiliti minimi reddituali, per cui i salari non possono scendere sotto i dieci euro netti l’ora. 2) Gli stipendi devono raggiungere la media europea in poco tempo, con una soglia di duemila euro, e anche le pensioni devono essere di almeno mille euro. 3) Si dovrebbe iniziare ad attuare questa strategia di rilancio del reddito con l’aumento della retribuzione dei docenti, per poi coprire tutto il lavoro dipendente nel giro di tre anni.
La DISUGUAGLIANZA TERRITORIALE è un’altra dimensione che ha conseguenze terribili e richiede scelte operative e progettuali. Il Sud e le Aree Interne devono essere dotati di uno stock di infrastrutture e di servizi misurati e verificati anno per anno, attivando poteri sostitutivi in caso di ritardi. Altro che “autonomia differenziata”, che non farebbe altro che acuire tale disuguaglianza!
La DISUGUAGLIANZA DI GENERE. Come si può ancora giustificare la differenza di trattamento economico tra uomini e donne? È roba vecchia, di cui dobbiamo liberarci immediatamente. Su questo aspetto i controlli devono essere severissimi, uniti a penalità rigorosissime.
Le DISUGUAGLIANZE GENERAZIONALI. Far pagare ai giovani l’ingordigia delle fasce alte e privilegiate della società è pura follia. Test d’ingresso e barriere per entrare nel mercato del lavoro stanno portando i nostri giovani lontano dal nostro Paese. Pensate a medici, ricercatori, operai specializzati, operatori alberghieri e della ristorazione… Bisogna incrementare i redditi e favorire l’ingresso nel mercato del lavoro massimo a ventidue anni, poi la formazione continuerà all’interno della professione. Si devono abbattere i costi delle case e dei servizi per le giovani coppie, in modo che possano sposarsi e fare figli senza rimanere schiacciati sotto il peso del costo della vita.
Sul piano internazionale, l’ONU per questa giornata ha avanzato finalmente alcune analisi e proposte. https://www.onuitalia.it/giornata-mondiale-della…/
In Italia, il Volontariato e il Terzo Settore hanno elaborato, in questi anni di disattenzione sulle disuguaglianze, idee concrete e realizzabili. Possiamo trovarne un esempio nella proposta di Fabrizio Barca “Cambiare rotta. Più giustizia sociale per il rilancio dell’Italia” edito da Laterza.
Giuseppe Lumia