La “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia”, approvata dall’Onu il 20 novembre 1989, compie 25 anni.
L’Assemblea generale dell’Onu adottava il 20 novembre 1959 la “Dichiarazione dei diritti del bambino”, su proposta della “Commissione per i diritti umani”, in cui venivano meglio precisati e sviluppati quei valori già delineati nella “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”: l’art. 25, infatti, stabiliva che “alla maternità e all’infanzia devono essere assicurate speciali tutele e assistenza”.
Trent’anni dopo, il 20 novembre 1989, veniva approvata all’unanimità dall’Assemblea generale dell’ONU la “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia”.
La Convenzione ONU è composta da 54 articoli e da due Protocolli opzionali (sui bambini in guerra e sullo sfruttamento sessuale).
I suoi principi fondamentali sono quattro:
a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.
b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità
c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati decono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.
d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.
L’Italia ha ratificato la Convenzione con la Legge n. 176 del 27 maggio 1991 e ha fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell’Infanzia quattro Rapporti.
Sappiamo, purtroppo, che, nonostante i progressi registrati sul versante della tutela e del rispetto dei minori, l’elenco dei “diritti negati” è ancora lungo e inquietante: in tante parti del mondo, anche in quello cosiddetto civile e sviluppato, non solo molti diritti rimangono ancora non realizzati, ma si registrano gravi situazioni di sfruttamento, di soprusi, di violenza.
“Salute, Scuola, Uguaglianza, Protezione”: sono queste le parole che devono diventare un programma e una responsabilità per tutti. Il futuro dei piccoli non si può affidare al semplice ricordo di un giorno, ma deve diventare, per ogni società civile degna di questo nome, una responsabilità e un impegno per tutta la vita.
Vittime di adulti senza scrupoli, è in crescita il numero di bambini e adolescenti sfruttati, per cui diventa sempre più urgente inserire i minori in una rete socio-educativa forte, capace di prevenire la devianza. Sarebbe opportuno, quindi, che tutti, dai politici alle agenzie educative, si facessero carico delle proprie responsabilità, per costruire un sistema di tutela e di promozione dell’infanzia e dell’adolescenza.
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