Giornata Internazionale del Volontariato. La migliore medicina per curare noi stessi e la società
Giuseppe Lumia: “Il Volontariato moderno è un’esperienza concreta che segna profondamente la vita. Cura noi stessi da mille mali che spesso ci abbrutiscono: apatia, solitudine, noia, egoismo, indifferenza. Esalta inoltre le belle virtù che, scava scava, tutti abbiamo dentro e che spesso trascuriamo: prossimità, voglia di fare, dono, gratuità, dedizione, altruismo, capacità di “sortire insieme dalle difficoltà”.
Ma attenzione, il Volontariato moderno e organizzato è anche l’esperienza giusta per curare i mali della società che sono purtroppo tantissimi: odio, discriminazioni, violenze, guerre, disuguaglianze, cambiamenti climatici, ma anche disimpegno verso l’altro e verso il contesto sociale e ambientale.
Il Volontariato moderno e organizzato infatti promuove la partecipazione, la condivisione, la progettualità, il fraternariato e il relazionesimo.
Gli articoli 2 e 3 della nostra stupenda Costituzione spiegano bene le virtù di questo modo di pensare e di agire del Volontariato moderno e organizzato:
Art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Art. 3, secondo comma: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Ecco perché il Volontariato moderno e organizzato mette in gioco pure alti profili democratici e politici di un modo partecipativo che vuole rimuovere le cause del disagio o dell’emarginazione a cui ci si dedica con passione.
Allora? Fermiamoci un attimo, dedichiamoci concretamente al Volontariato. Basta poco. Guardiamoci intorno e scopriremo un mondo dove poter dare una mano e stare meglio.
Sono cresciuto in questa realtà, mi ha forgiato a tutte le intemperie della vita e dell’impegno sociale e politico. Il mio maestro e fraterno amico, Luciano Tavazza, ha sempre testimoniato: “non eroi, ma cittadini”. Non è poco, soprattutto di questi tempi così travagliati.
Consiglio la lettura di due libri: “La città della gioia”, di Dominique Lapierre, di cui oggi piangiamo la scomparsa, e appunto “Non eroi, ma cittadini”, di Luciano Tavazza.
Ricordo anche il link per sottoscrivere l’appello al Presidente della Repubblica – predisposto dall’associazione Luciano Tavazza – per rilanciare il ruolo del volontariato organizzato”.