Promosso da Ac e Istituto Bachelet, in collaborazione con Meic e Mieac, un progetto per promuovere la formazione di una più diffusa cultura politica.
Ci sono conquiste che non vanno date mai per acquisite definitivamente. Tra queste, la Democrazia e ciò che essa rappresenta, pur con i suoi limiti e le sue contraddizioni. Come pure i diritti e i doveri di cittadinanza che sono alla base della convivenza civile di una comunità nazionale.
Per questa ragione l’Azione cattolica italiana e l’Istituto Vittorio Bachelet – in collaborazione con il Meic e il Mieac – hanno deciso di mettere a tema del loro impegno alcune “questioni di democrazia” come la partecipazione, la cultura politica, le riforme. In una stagione in cui il termometro del Paese misura una evidente crisi dei partiti, quali soggetti di mediazione tra Stato e cittadini, ma anche un attenuarsi tra i nostri concittadini del senso di una cittadinanza consapevole e partecipe.
Attenzione a una partecipazione democratica piena
Pur non essendo davanti a una vera e propria emergenza, sembra chiara la necessità di recuperare, da più parti, la capacità di riflettere sulle problematiche di ordine strutturali che riguardano la nostra democrazia e contemporaneamente porre una grande attenzione a tutto ciò che impedisce la possibilità di una partecipazione democratica piena da parte di tutti i cittadini.
Ecco allora il progetto Parole di Giustizia e di Speranza. Come scrivono i promotori – «si intende promuovere la formazione di una più diffusa cultura politica, e un impegno civico più attivo, a partire dai territori, attraverso il coordinamento di una serie di iniziative, tanto a livello locale quanto nazionale, per riflettere su temi fondamentali per la vita delle persone e del Paese e centrali per una cultura politica radicata nel Vangelo».
Un percorso comune proposto a tutti
In breve, l’Ac, l’Istituto Bachelet e gli altri promotori del progetto Parole di Giustizia e di Speranza, entro un quadro di riferimento unitario – caratterizzato dalla proposta di alcune schede tematiche (contenenti spunti di riflessione, dati, analisi, interrogativi aperti) – intendono stimolare il dibattito sul bene comune e sul futuro della democrazia italiana. Attraverso temi che già da tempo attraversano il tessuto associativo, dando forma a un percorso condotto e alimentato dalla creatività delle diverse realtà che animano la vita dell’associazione a tutti i livelli.
Il progetto è infatti diretto a coinvolgere sia le associazioni diocesane, sia le delegazioni regionali di Ac. Ma anche le diverse realtà nazionali di Azione cattolica. Dagli istituti ai movimenti, che di volta in volta potranno approfondire uno o più dei temi di riflessione proposti nelle tracce del progetto.
Con un obiettivo unitario annunciato. Le riflessioni maturate a livello territoriale e nazionale confluiranno in un documento finale. Questo raccoglierà i frutti di questo percorso di elaborazione comune che si snoderà lungo un biennio.
Parole di Giustizia e di Speranza e Settimana sociale di Trieste
Parole di Giustizia e di Speranza è un progetto che si innesta non solo idealmente con la 50esima Settima sociale dei cattolici in Italia. In programma a Trieste dal 3 al 7 luglio prossimo, il cui tema è “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.
Settimana sociale e progetto muovono entrambi da quanto si accennava all’inizio. Considerare la democrazia come una conquista ottenuta una volta per tutte, come qualcosa di scontato, significa metterne in discussione la sopravvivenza. O, quantomeno, il corretto funzionamento. La democrazia si nutre di partecipazione, di confronto libero e informato, di senso delle regole e di apertura all’interesse generale. Postula il riconoscimento delle istituzioni come casa comune e non come palazzo distante o addirittura opposto ai cittadini. Allo stesso tempo, essa richiede che i cittadini siano consapevoli dei suoi limiti, e siano disposti ad accettarne le fatiche. La democrazia, insomma, ha bisogno di essere custodita, e ha bisogno di essere costantemente rigenerata.