Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde.
L’evangelista Luca si fa narratore del ritorno dei discepoli di Emmaus a Gerusalemme per raccontare agli altri come essi avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.
Per crescere nella verità bisogna raccogliere questo «mio» che dice intimità, confidenza, relazione.
Se Cristo è risorto, c’è una risurrezione per tutti. Chi vive in lui, è strappato dalla morte ed è immerso nella pienezza di vita: “Dov’è, o morte, la tua vittoria”? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
È la trama di una storia che si chiude nel silenzio, lontano dagli “osanna” urlati della folla, il silenzio nel quale nascono le cose vere della vita.
Che cosa significa vedere, incontrare o cercare Gesù?
Indichiamo, senza riserve l’albero della vita del Cristo, poiché «chiunque crede in Lui ha la vita eterna».
Nessuno mercanteggi Dio e nessuno tenti di svendere l’uomo!
Il cammino verso la Pasqua prosegue e dopo la sosta nel deserto ci ritroviamo oggi «su un alto monte». Si tratta del monte della trasfigurazione, anticipo e prefigurazione di quello della croce.
In Quaresima ci è offerta la possibilità di incontrare Cristo, riconoscerlo e metterci alla sua scuola.
“Signore, se vuoi puoi guarirmi!”. Gesù disse: “Lo voglio, guarisci”.
Gesù guarì molti che erano affetti da varie malattie