Le Palme ci introducono nel mistero dei misteri: Passione, Morte e Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, essenza della nostra fede e della storia tutta.
«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei»
Tutta la parabola evangelica ruota attorno al Padre, di Lui il figlio Gesù ci vuol narrare. Un Padre paziente, che sa rimanere in attesa, che non giudica o condanna.
Per prendersi cura di qualcosa, non basta solo criticare, magari restando lontano senza mai farsi coinvolgere.
L’uomo è cercatore d’Infinito e sente il bisogno di staccare i piedi da terra e attingere nel mistero dell’Amore eterno per poi ritornarvi più consapevole e arricchito.
La prima domenica di Quaresima, ogni anno, ci riporta alle tentazioni di Gesù. Di fatti, come Lui, anche noi, nel deserto della nostra vita, ci poniamo alcune domande.
Dio crede che nel “cuore dell’uomo ci sia ancora un tesoro capace di fare il bene”, di operare per il meglio, di esprimere bellezza per se stessi e per gli altri.
Il credente anzitutto è uomo di perdono, poi di riconciliazione e quindi testimone del perdono ricevuto e sperimentato.
La prima cosa da fare per essere beati è diventare uomini nuovi, costruttori del regno di Dio e di libertà.
Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti.
Quella proposta da Gesù è un immagine diversa di Dio, non un Dio severo e vendicativo, bensì un Padre amoroso, che accoglie gli esclusi, in particolare anche gli stranieri, che venivano chiamati pagani poiché non erano compresi nel clan della comunità di Israele.
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.