Un tema caro a Papa Francesco, che sin dall’inizio del suo pontificato ha più volte denunciato con forza il fenomeno.
L’iniziativa è promossa dalle Unioni internazionali femminili e maschili dei superiori generali (Uisg e Usg) che spiegano di agire «facendo proprio l’appello del Santo Padre e sostenuti personalmente da lui». La giornata cade nella ricorrenza di santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese, liberata e divenuta religiosa canossiana, canonizzata nel duemila.
La tratta di esseri umani «è una delle peggiori schiavitù del XXI secolo» e « riguarda il mondo intero», si legge nel comunicato dei religiosi. «Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale e altre forme di sfruttamento. Ogni anno, circa 2,5 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù; il 60 per cento sono donne e minori. Spesso subiscono abusi e violenze inaudite.
D’altro canto, per trafficanti e sfruttatori la tratta di esseri umani è una delle attività illegali più lucrative al mondo: rende complessivamente 32 miliardi di dollari l’anno ed è il terzo “business” più redditizio, dopo il traffico di droga e di armi».
Da molti anni, «la Chiesa cattolica, e in particolare le congregazioni religiose femminili, operano in molte parti del mondo, per sensibilizzare su questo vergognoso fenomeno, prevenire il traffico di esseri umani, denunciare trafficanti e sfruttatori e soprattutto aiutare e proteggere le vittime.
Con l’avvento di Papa Francesco, una maggiore attenzione al tema della tratta è stata manifestata con più forza e si è concretizzata in una serie di azioni e iniziative anche dei Dicasteri Vaticani».
L’obiettivo della giornata «è innanzitutto quello di creare maggiore consapevolezza del fenomeno e riflettere sulla situazione globale di violenza e ingiustizia che colpisce tante persone, che non hanno voce, non contano, non sono nessuno: sono semplicemente schiavi. Al contempo provare a dare risposte a questa moderna forma di tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete. Per questo è fondamentale, da un lato, ribadire la necessità di garantire diritti, libertà e dignità alle persone trafficate e ridotte in schiavitù e, dall’altro, denunciare sia le organizzazioni criminali sia coloro che usano e abusano della povertà e della vulnerabilità di queste persone per farne oggetti di piacere o fonti di guadagno».
La giornata mondiale contro la tratta 2015, peraltro, «si inserisce significativamente anche all’interno dell’Anno dedicato alla Vita Consacrata e sarà dunque da stimolo per tutte le religiose e i religiosi sparsi per il mondo a leggere i “segni dei tempi” e a ripensare in termini profetici il presente e il futuro della vita consacrata stessa».
Per approfondire
I testi degli interventi al Seminario di studio «Non più schiavi, ma fratelli», tenuto dall’Istituto Toniolo dell’ACI, il 23 gennaio 2015