Giuseppe Puglisi. Sì ma verso dove? Identikit di un Beato, animatore vocazionale
Autori: Rosaria Cascio, Nino Lanzetta, Roberto Lopes
Casa Editrice : Il Pozzo di Giacobbe – Collana: Extra
ISBN: 978-88-6124-525-9
C’è sempre bisogno di libri che abbiamo l’obiettivo di spingere più in là la riflessione condivisa su un fatto, su un avvenimento, su un uomo. Ecco, questo libro ci aiuta a fare un passo in avanti rispetto a quanto sinora si è detto e si è scritto sul Beato Pino Puglisi, sul martire, sull’uomo. A fronte dei tanti testi scritti, infatti, si sentiva la necessità di fare un ulteriore sforzo verso la traduzione delle parole in fatti, in studi, in approfondimenti. Della vita di Puglisi, per esempio, per quanto sia stata esplorata in lungo ed in largo, Roberto Lopes riesce ancora a raccontare momenti inediti, recuperati tra paesi e persone che ancora oggi non hanno detto, non hanno ricordato. Gelosie, spesso, che hanno spinto tanti a mantenere al riparo dalla curiosità della gente quanto di personale hanno vissuto con un amico che è stato riconosciuto Beato dalla Chiesa Universale. E proprio per questo, dopo aver ascoltato persone che poco lo conoscevano raccontare l’esemplarità di quell’incontro, tanti, soprattutto a Godrano e Mezzojuso, si sono lasciati andare all’emozione di ridare al cuore, ricordando, le vibrazioni condivise con don Pino. Ne esce fuori un piacevole ritratto, semplice e schietto com’era il nostro P. Puglisi, pieno di spunti per capire meglio come riusciva ad essere per tutti amico e, al contempo, consigliere, educatore. Animatore. Animatore vocazionale. Ed è a questo punto che appare davvero importante l’analisi condotta da Rosaria Cascio a proposito proprio del ruolo che P. Puglisi ha voluto mantenere sempre, come un abito cucito addosso, che neanche l’assunzione di ruoli diversi gli hanno consentito di cambiare. Ma la narrazione, a questo punto, non è solo di cosa egli abbia fatto ma, molto di più, di come lo ha fatto. In termini concreti, l’autrice collega direttamente le azioni del sacerdote alle teorie psicologiche, pedagogiche, filosofiche e sociologiche che hanno supportato le naturali predisposizioni all’ascolto, all’accompagnamento, alla guida che P. Puglisi aveva. Le ha basate sulle importanti affermazioni del Concilio e sulle assunzioni teoriche della più importanti posizioni teologiche in campo sociale ed umanistico. Ne è risultato un interessante e puntuale quadro dei riferimenti sui quali P. Puglisi basava le sue azioni da animatore vocazionale e da sacerdote del Vangelo, soprattutto a Brancaccio. In più, i capitoli centrali del libro curati da Rosaria Cascio definiscono in modo puntuale e schematicamente chiaro il metodo, la metodologia di intervento seguita nei diversi ambiti in cui il Beato Puglisi ha dedicato la sua vita. Il libro è ricco di mappe concettuali, di indicazioni operative, di schemi di azione precisi e riproducibili anche in altri contesti ed in momenti diversi. Per questo si configura come un manuale, un testo d’uso da conoscere soprattutto da parte degli animatori vocazionali, degli insegnanti, degli operatori sociali, dei sacerdoti e di quanti, in un modo o in un altro, hanno a che fare con un’azione di guida e di animazione in un contesto particolare come il territorio o la scuola ed avendo come interlocutori in particolari i giovani ed i più piccoli. Da ultimo, l’analisi di Nino Lanzetta è molto importante perché legge l’azione di P. Puglisi in chiave vocazionale. Gli spunti di riflessione proposti sono molti e tutti particolarmente orientati a definire non certezze ma domande, non ricette ma interrogativi; il fine è spingere un animatore a capire sempre meglio le radici evangeliche della sua azione ed ad individuare in P. Puglisi un possibile criterio di misura, uno stile di riferimento. L’obiettivo è costruire un possibile identikit di un animatore vocazionale, definendo in modo preciso il sapere, il saper fare ed il saper essere alla luce dell’insegnamento di chi è stato indicato dalla nostra Chiesa un esempio da seguire. Ed infine, Rosaria Cascio ricostruisce tre interviste immaginarie a tre importantissimi amici e collaboratori di P. Puglisi in ambito vocazionale : Mons. Italo Castellani, Mons. Salvatore Di Cristina e l’assistente sociale missionaria Agostina Ajello. Ognuno di loro viene intervistato ma le risposte riportate non sono state raccolte ora; piuttosto sono riconducibili tutte ad interventi resi dai tre in momenti immediatamente vicini all’uccisione del sacerdote. L’ottica, quindi, è quella di recuperare il sentire autentico di quegli amici, un ricordo vero e genuino non influenzato da quanto, negli anni, altri hanno detto o riferito del proprio rapporto con lui. La chicca finale del libro sta tutta in quel bellissimo e modernissimo intervento tenuto da P. Puglisi durante un importante convegno regionale svoltosi nel 1988 ad Acireale. In quel caso egli parlò in modo accorato ed illuminante della necessità di considerare scelte di vita cristiana non solo quelle dei consacrati ma tutte, estendendo le sue considerazioni all’importanza di avere insegnanti, politici, medici, operai oltre che presbiteri e consacrati seguaci di Cristo, da Lui ispirati nella conduzione di una vita esemplare per gli altri e, in particolare, per i giovani. Abbiamo bisogno di uomini e donne che sappiamo mettersi al servizio delle vocazioni ponendosi accanto ai fratelli in cammino per supportarli nell’imprescindibile ma complesso compito di vivere fino in fondo la vita secondo la via che Cristo ha segnato. Così raccomandava il nostro caro amico Pino Puglisi ed egli, per ognuno di noi che riveste un compito di direzione di un organismo vocazionale, è un maestro, un modello, uno stile di animazione possibile e praticabile ancora oggi perché attualissima e moderna ed ancora incredibilmente foriera di indicazioni e consigli.