Il 26 giugno del 1967 moriva Don Milani. Il Mieac ne ricorda la straordinaria opera educativa quale autentico testimone del Vangelo
Definito come il prete dei poveri, degli operai e dei contadini, don Milani mise al centro della sua missione evangelica la lotta all’ingiustizia sociale. Secondo don Milani, infatti, l’emarginazione, l’esclusione e la vulnerabilità sociale stridevano così tanto con gli insegnamenti del vangelo da offendere Dio.
Vissuto in una società in cui le differenze tra gli strati sociali erano molto forti, don Milani capì che l’unico modo per dare libertà e giustizia ad ogni uomo era quello di colmare il divario culturale tra le classi sociali agiate e quelle disagiate.
Per questo motivo egli dedicò tutta la sua esistenza all’istruzione e alla formazione degli ultimi, dei soggetti più deboli. Secondo don Milani, infatti, essi potevano emanciparsi e diventare uomini liberi soltanto maturando una conoscenza e una coscienza critiche, volte a comprendere i motivi e le cause della loro condizione.
Nell’esempio di don Milani, credere al Vangelo vuol dire prendersi cura della persona e renderla protagonista del proprio presente e del proprio futuro. L’educazione alla giustizia sociale e civile rappresenta il presupposto della libertà e della dignità umana.
Sono questi l’insegnamento di fede e il modello educativo che egli ci ha lasciato in eredità.
(Matteo Scire)
Per approfondire
Dalla timidezza alla speranza (un libro di Carmela Mondì sul cammino pedagogico-politico di don Milani)
Il “Laboratorio Massimo” della scuola di barbiana
Barbiana ancora, l’esperienza di Don Milani nella scuola
Don Milani, priore di Barbiana (recensione del film di Sergio Castellitto)
Un santo moderno. Don Milani (Intervista di Elio Girlanda a Sergio Castellitto)
Affrontare la dispersione scolastica: un’esperienza a partire da Don Milani
Percorso bibliografico su Don Lorenzo Milani
Paulo Freire e Don Lorenzo Milani