Sono passati 38 anni dalla scomparsa di Giorgio La Pira. Un cristiano che ha lasciato una grande testimonianza di fede e di impegno civile per la crescita sociale, la promozione della pace e l’affermazione dei diritti.
Portò in politica la carica profetica della sua fede, ma nonostante ciò non volle mai prendere la tessera della Democrazia Cristiana.
Da sindaco di Firenze, riuscì ad avere un ruolo sociale ed internazionale di rilievo. Partendo dal piccolo della propria città, aprì i confini delle nazioni e dei “blocchi”promuovendo dialoghi internazionali di pace.
Paolo VI, un suo grande amico di gioventù, subito dopo la sua morte disse di lui: «La differenza tra Giorgio La Pira e tanti del suo tempo e del suo mondo è che quello sapeva, aveva un’idea, aveva fini davanti da raggiungere e per questo ha impegnato la sua vita, la sua esistenza. È vissuto povero, in mezzo ai tumulti di gente, di questioni, di affari; ma sempre con l’idea, sognatore quasi, di raggiungere questo fine. Era persona che aveva il senso dei fini, non soltanto dei mezzi da percorrere, ma di andare. Dove? Ecco quello che dovremmo avere, ciascuno di noi: una metamorfosi di mentalità».
Un profilo di Giorgio La Pira