Abitare le città invisibili: torna il Festival italiano del volontariato
La sesta edizione del Festival Italiano del Volontariato avrà una nuova location, il Palazzo Ducale di Lucca, ma anche un tema sfidante e nuove possibilità di coinvolgimento e collaborazione.
La manifestazione è organizzata dal Centro Nazionale per il Volontariato (Cnv) e dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione (Fvp) in collaborazione con più di cento sigle e realtà locali e nazionali. Dopo il grande successo dell’edizione 2014, con oltre 32mila partecipanti, il Festival rilancia con un programma di qualità che conta, fra gli altri, sul patrocinio di Expo Milano 2015 – nuovi ospiti e tante iniziative culturali e di animazione.
L’appuntamento è dal 14 al 17 aprile prossimi nelle sale e nei cortili di Palazzo Ducale, grazie alla collaborazione della Provincia di Lucca che ha messo a disposizione la sua antica e prestigiosa sede per l’evento. “Abitare città invisibili” sarà il tema scelto per il 2016.
Le città che spesso i riflettori mediatici non riescono a raccontare, ma nelle quali si vivono contraddizioni e innovazioni. Le città nascoste, quelle dell’emarginazione che non fa notizia, ma anche le città silenziose che sperimentano innovazioni sociali e tecnologiche su cui il terzo settore è sempre più protagonista. Come nel dialogo del romanzo calviniano fra Marco Polo e l’imperatore Kublai Khan, ci si interrogherà sulle realtà e le frontiere reali e immaginarie di una società in continuo cambiamento, una società in cui il terzo settore e il volontariato sono sempre più protagonisti e devono essere all’altezza, anche morale, del ruolo che svolgono.
Il tema verrà sviluppato con singoli momenti di elaborazione, confronto e approfondimento nelle giornate del Festival: le città inclusive contro le marginalità, le città tecnologiche per uno sviluppo sostenibile, le città e la sicurezza e coesione sociale, i giovani e le città di domani, le città e l’accoglienza.
“Il Festival del Volontariato è un evento dal grande valore culturale e sociale che ogni anno cresce grazie alla città che lo ospita e lo coltiva, facendolo diventare un patrimonio comune per il terzo settore italiano e non solo.
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