Don Guido Colombo: «La custodia del creato è un concetto che va ben oltre la semplice conservazione dell’ambiente naturale. Non si tratta solo di proteggere foreste, oceani e fauna selvatica, ma anche di riconoscere e rispettare il legame profondo che esiste tra la natura e l’umanità. Questo legame non si limita alla nostra dipendenza fisica dall’ambiente, ma si estende alla responsabilità morale e sociale che abbiamo nei confronti delle altre persone umane.
Il concetto di custodia del creato è intrinsecamente legato alla consapevolezza della nostra interconnessione con il mondo che ci circonda. Quando danneggiamo l’ambiente, danneggiamo anche noi stessi e le altre persone. L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo non risparmia nessuno. Le conseguenze del cambiamento climatico, della deforestazione e della perdita di biodiversità non colpiscono solo la natura, ma hanno impatti diretti sulle nostre vite, sulle nostre economie e sulle nostre comunità.
Ma la custodia del creato va oltre la tutela dell’ambiente naturale. Coinvolge anche il rispetto per le altre persone umane, in tutte le loro diversità e complessità. Questo significa garantire i diritti umani fondamentali di tutte le persone, compresi il diritto a un ambiente sano e il diritto a un tenore di vita dignitoso.
Quando parliamo di custodia del creato, dobbiamo considerare anche le disparità socio-economiche che esistono nel mondo. Le comunità più svantaggiate sono spesso le più colpite dagli effetti negativi dell’inquinamento e dei cambiamenti ambientali. È nostro dovere proteggere e sostenere queste comunità, garantendo loro accesso all’acqua pulita, all’aria respirabile, ai terreni fertili e alle risorse naturali necessarie per il loro sostentamento.
Inoltre, la custodia del creato implica anche una distribuzione equa delle risorse e una gestione sostenibile delle stesse. Le pratiche di sfruttamento eccessivo o irresponsabile delle risorse naturali non solo danneggiano l’ambiente, ma compromettono anche la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
Per promuovere una vera custodia del creato, dobbiamo adottare approcci inclusivi e collaborativi che coinvolgano tutte le parti interessate: governi, imprese, organizzazioni non governative, comunità locali e singoli individui. Dobbiamo lavorare insieme per sviluppare soluzioni sostenibili che tengano conto delle esigenze sia dell’ambiente sia delle persone.
Ciò significa anche promuovere la giustizia sociale, l’uguaglianza di genere e il rispetto dei diritti indigeni e delle comunità tradizionali che spesso sono i custodi primari delle risorse naturali. Dobbiamo ascoltare e imparare dalle loro conoscenze e pratiche, che possono offrire preziose lezioni su come vivere in armonia con la natura e con gli altri esseri umani.
In conclusione, la custodia del creato è un imperativo morale e pratico che ci chiama a proteggere e preservare l’ambiente naturale, ma anche a promuovere il rispetto e la solidarietà verso le altre persone umane. Solo abbracciando questa visione olistica della custodia del creato possiamo sperare di costruire un futuro sostenibile e giusto per tutti gli abitanti del nostro pianeta».