Sondaggio Ipsos sulla distanza tra noi e la nostra felicità
Meno di 1 Italiano su 2, il 48%, considera la sua vita abbastanza o molto felice, un dato nettamente inferiore rispetto alla media mondiale, pari al 57%.
Diversa era la situazione nel 2020, prima della pandemia, quando la felicità degli italiani raggiungeva il 62%. Un calo di 14 punti percentuali, a fronte di un decremento molto più contenuto a livello globale (dal 63% al 57%).
Questa dinamica è iniziata anche prima del Covid e ha visto il livello di felicità passare in poco più di 10 anni dal 73% al 48%, mentre a livello mondiale la stessa incidenza è passata dal 77% al 57%. Uno scenario che ci racconta come nel resto del mondo siano più felici.
È quanto emerge dai risultati dell’indagine Global Trends di Ipsos presentata in occasione del Festival della comunicazione non ostile “Distanze – effetti lontani e cose vicine, ideato da Parole O_Stili e organizzato da SpazioUau, in corso fino a domani a Trieste.
Quanto sono felici i nostri giovani?
Quasi 6 su 10 dichiarano di essere abbastanza o molto felici, secondo il sondaggio realizzato da Ipsos su un campione di oltre 48.000 individui dai 16 ai 75 anni in 50 paesi, 1.000 dei quali in Italia, che offre uno spaccato sulle diverse generazioni da cui emerge che i più giovani, la cosiddetta “Gen Z” è nettamente più felice rispetto alle face di età più alta. A dichiararsi abbastanza o molto felici è infatti il 58% degli under 25 Italiani, incidenza che per Millennials e Generazione X scende di ben 10 punti percentuali (48%) e raggiunge il minimo per i baby boomers, solo il 45% si sente felice.
La Gen Z guarda anche al futuro con maggiore ottimismo: il 48% prevede un miglioramento della propria condizione nei prossimi 12 mesi, dato decisamente più alto rispetto ai Millennials (46%), Generazione X (41%) e baby boomers che si fermano al 37%.
“La percezione della felicità da parte delle nuove generazioni è confermata anche dal loro approccio ai social. Mentre noi adulti abbiamo usato Facebook e Twitter principalmente per lo scambio di informazioni, pensieri, opinioni troppo spesso sfociate in polemiche dai toni aggressivi, i giovanissimi, nel vivere le loro vite digitali, scelgono principalmente di esprimere questa loro felicità, su piattaforme come TikTok o BeReal. Creatività e leggerezza (che non è però sinonimo di superficialità) sono quindi due tratti importanti di una generazione naturalmente proiettata verso il futuro e che ha bisogno di guardarlo con ottimismo.” – dichiara Rosy Russo, Presidente dell’Associazione Parole O_Stili, evidenziando anche che – “Per i più giovani i social rappresentano anche uno spazio dove veicolare messaggi importanti come quelli sul cambiamento climatico o sull’impegno nella difesa dei diritti di tutti e tutte. E se noi adulti prendessimo esempio da loro?”
Quanta nostalgia del passato?
Tra le altre evidenze del sondaggio emerge anche una certa nostalgia nei confronti del passato, in particolare tra i giovani: il 54% della generazione Z e il 53% dei millennials italiani dichiara che, potendo scegliere, avrebbe preferito nascere all’epoca dei propri genitori, percentuale in discesa al 46% per la generazione X e al 39% per i baby boomers. Una nostalgia che sfiora la mitizzazione del passato: più del 55% degli italiani vorrebbe che nel proprio Paese “tutto fosse come una volta”.
A proposito di benessere mentale
Altro fattore che emerge dal sondaggio è una consapevolezza della necessità di tutelare maggiormente il proprio benessere mentale, bisogno condiviso dal 73% in Italia a fronte di un 80% a livello mondiale.
Una nota positiva arriva dal mondo scuola.
Il 74,7% dei ragazzi e delle ragazze intervistate all’interno dell’indagine condotta dall’ Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica, con il supporto di Ipsos, ha espresso un giudizio positivo e superiore alla sufficienza nei confronti della loro esperienza scolastica e della stessa istituzione.
Tra le diverse fasce d’età, i più soddisfatti sono i giovani che rileggono questa esperienza a maggior distanza di tempo, ovvero quelli che oggi sono nella fascia dei trentenni (75,5%), seguiti da quelli che hanno terminato gli studi da poco (74,2%).
Una soddisfazione che si esprime anche nelle esperienze formative fatte nei contesti lavorativi durante il periodo scolastico: il 77,2% ha assegnato un voto tra il sufficiente e l’ottimo, addirittura il dato raggiunge l’80% tra le ragazze.
I dati sono un’anticipazione dei risultati raccolti nel Rapporto Giovani 2023 (edizioni Il Mulino) in libreria dal 16 giugno. L’indagine ha coinvolto 2.000 giovani italiani tra i 18 e i 34 anni.