(Vincenzo Lumia) – Se è vero che viviamo tempi di una durezza particolare, segnati pesantemente dalla questione morale e contraddistinti da gravi problemi di natura economica, sociale, politica… è pur vero che, proprio per la gravità della situazione, non possiamo limitarci ad assistere passivamente alla crisi in atto, subirla e, tutt’al più, lamentarci.
In quanto adulti educatori abbiamo la responsabilità di andare oltre la sterile lamentazione, per un rinnovato impegno educativo in grado di traghettarci oltre la crisi e di concorrere a costruire il nuovo, a partire dalla centralità della persona umana; impedendo che gli assetti futuri siano determinati esclusivamente dalla ferrea logica del profitto, del mercato, degli interessi dei soggetti forti e da un pragmatismo neutro, quando non cinico, immorale e corruttivo.
In quanto educatori cristiani, inoltre, ci muove la convinzione che dalla speranza cristiana possa venire un apporto non indifferente alla costruzione della città dell’uomo, in termini di umanità, di pace, di solidarietà, di convialità delle differenze.
La sfida è quella di saper essere laici cristiani capaci di coniugare una profonda spiritualità, un’intensa vita di fede con un impegno culturale e socio-politico altrettanto forte, da spendere innanzitutto sul versante educativo. Va superata la tentazione sempre in agguato di preferire lo stare “dentro il tempio”, dentro i rassicuranti recinti del “sacro”, così da difenderci dalla storia… per tuffarci, invece, in essa con coraggio, sapendo stare con i piedi per terra e lo sguardo verso il cielo.
Non una battaglia di retroguardia, pertanto, quasi da crociata, all’insegna della nostalgia per un passato mitizzato e sollecitata dalla paura, ma la “fatica” bella ed entusiasmante di ripensare l’educazione alla luce delle esigenze del tempo presente, mossi dalla certezza che sia necessario trarre dal Vangelo il fondamento che ispiri la ricerca di nuovi statuti dell’educazione, di nuovi modelli, di nuove prospettive per uno sviluppo integrale della persona.
Fede, speranza e carità non sono solo realtà da custodire e difendere, ma virtù teologali, energie che trasformano e portano ad essere autenticamente uomini, sempre più ad immagine e somiglianza di Dio creatore.
Da tutto questo discendono le ragioni del Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica: mediare la portata rivoluzionaria della speranza cristiana nei percorsi culturali ed educativi che caratterizzano i territori, i contesti e le situazioni di cui si compone la nostra realtà sociale ed ecclesiale. E ciò attraverso un ascolto attento di giovani e adulti, la lettura della realtà ed il conseguente discernimento, la ricerca e la sperimentazione di significativi itinerari educativi, la “compagnia evangelica” per condividere solitudini, ansie, speranze, progetti di crescita e di riscatto.