In occasione dell’ottavo anniversario della elezione al soglio di Pietro, la gratitudine del Mieac a Papa Francesco.
Un grazie che si fa preghiera ed impegno.
Preghiera perché il Signore gli dia forza e sostegno.
Impegno di misericordia, di servizio, di testimonianza evangelica.
La forza tenera con la quale Papa Francesco spinge la barca di Pietro verso navigazioni coraggiose e meno rassicuranti interroga laici e credenti ‘pensanti’.
Mette in crisi, se presa sul serio.
Mette in crisi stili di vita dati per scontati, annacquamenti e facilitazioni della radicalità evangelica, le nostre vite ‘occidentali’.
Mette in crisi le tristi e ripetitive programmazioni e pratiche pastorali, così distanti dalla vita reale delle persone.
Mette in crisi le reiterate posizioni di quanti nella Chiesa spingono per una sterile difesa di posizioni di retroguardia: difesa astratta, verbosa e rancorosa di valori non negoziabili.
Spinge, invece, a ripensare scelte, bisogni, desideri. A guardare in faccia il dolore, la paura, la povertà, la fatica, l’indifferenza … nonostante le resistenze, i conati, il ribrezzo, il proprio stesso egoismo.
Spinge la comunità ad uscire dai riti per incontrare le vite, le povertà, i diritti negati, le fragilità psicologiche, le solitudini, le famiglie reali, i cervelli devastati dalle droghe … .
Spinge a praticare i valori incarnati, a promuovere la dignità di ogni vita, nella giustizia, nella condivisione, nella ricostruzione di una comunità solidale.
Mette in crisi e spinge, non a cambiare qualcosa, ma ad una con-versione ad “U”. Mette in crisi e spinge ad ascoltarlo sul serio, a non fare delle sue parole citazioni ad hoc, perfettamente strumentalizzate perché nulla cambi.
Mirella Arcamone