(Mimmo Sinagra) – Tutta la Quaresima è un invito alla “contemplazione” (fissare lo sguardo e soprattutto il pensiero su qualcosa che suscita ammirazione, stupore, meraviglia).
“Cum-templum”: vedere attraverso una porzione del cielo, sollevare lo sguardo dalla vicenda quotidiana per trovare “altro”.
Non qualcosa che ci estranei dal mondo, ma che gli dia significato e sostanza. Trovarvi motivi per stupirsi, per dire “non me l’aspettavo!”. Cercare vie nuove, alternative allo “stantío”, al vecchio modo di pensare e di procedere. Confidare in una “svolta”, intraprendere una “conversione”. Assecondare una ritrovata maniera di entusiasmarsi per il nuovo. Sperare.
Individuare nella propria vita momenti di contemplazione per darle una dimensione “contemplativa” significa sapere “sostare”. Noi invece viviamo sempre in perenne “divieto di sosta”, addirittura “di fermata”. Noi cristiani, per primi. Crediamo di fare alcune cose buone, ma “nell’intervallo” siamo come e peggio di altri, non ci rendiamo conto che tutta la vita dev’essere vissuta in coerenza. Cioè in contemplazione; cioè in preghiera, davanti al Padre. Come Gesú.